REGGIO EMILIA – Sta per diventare realtà un’opera infrastrutturale che Reggio attende da 30 anni: questa mattina in Sala del Tricolore sono stati presentati i lavori per la realizzazione del prolungamento della tangenziale Nord. Inizio nei primi mesi del 2022, fine ad aprile 2025.
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Via Campioli, Cavazzoli: qui partirà il prolungamento tanto atteso della tangenziale Nord di Reggio, tangenziale che è alle mie spalle: da San Prospero verrà realizzato un cavalcavia che condurrà qui a Cavazzoli e poi, attraverso questi campi, fino a corte tegge. Sei km di asse principale, otto di viabilità collegata, quasi tre di piste ciclabili, 190 milioni di investimento. La prima pietra? L’obiettivo è l’inizio del 2022, poi i lavori dureranno tre anni.
Molti di più, quasi 30, con i sindaci a passarsi il testimone, gli anni che Reggio e i reggiani hanno dovuto attendere questa giornata. “E’ la più grande opera pubblica a Reggio dal Dopoguerra in poi, l’esito di un lungo e complesso lavoro di progettazione che ha coinvolto Comune e Anas”.
“La tangenziale porterà sul territorio comunale molto meno traffico – spiega Aldo Castellari, responsabile della struttura territoriale di Anas Emilia Romagna – Il primo tratto sarà di 4 chilometri, fino a Pieve Modolena: due carreggiate da due corsie per senso di marcia ciascuna. Gli altri due chilometri saranno a carreggiata unica. Sgraverà dal traffico la via Emilia”.
Tra le 7.30 e le 8.30, ora di punta del mattino, transitano ogni giorno da Pieve Modolena 1.400 veicoli per carreggiata. Si calcola che la nuova tangenziale ne toglierà dai 1.200 ai 1.600.
Sono ancora in corso gli scavi archeologici iniziati a fine luglio e ci sono i tecnici al lavoro per l’opera di interramento dei fili della corrente elettrica.
Netto appello, da parte delle istituzioni, a far sì che opere del genere non richiedano più decenni di attesa. “Quando parliamo di infrastrutture con ricadute locali ci dovrebbe essere l’autonomia delle Regioni per i via libera”, sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Credo ci sia bisogno di innovazioni importanti per consentire all’Italia di mettere a terra tutte le risorse che il Pnrr fornirà”, chiosa Vecchi. “Il tema è politico – risponde Castellari – la gestione delle tempistiche per quanto riguarda l’approvazione dei progetti e riuscire a finalizzarli non è in mano a chi opera: noi siamo come i giocatori di calcio, non facciamo noi le regole, le fa la Fifa”.
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