REGGIO EMILIA – Le precipitazioni in corso al Nord mitigano parzialmente l’inverno con meno neve caduta degli ultimi 20 anni, ma anche la perturbazione atlantica prevista per i prossimi giorni potrebbe non colmare il gap idrologico di portata storica generato in questi ultimi mesi dalla mancanza di piogge, neve e dalle alte temperature. Il monito arriva dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po.
La neve e le piogge delle ultime ore? Provvidenziali, ma non sufficienti per guardare con ottimismo alla situazione idrica del bacino, resa molto difficile dalla mancanza di precipitazioni. L’analisi dettagliata ha mostrato che il gennaio 2022, appena trascorso, si è palesato come il sesto più caldo di sempre a livello globale e il distretto del Po non fa differenza, con le anomalie sopracitate che lo pongono in uno stato di incipiente siccità. “Sono decisamente marcate per molti indici – ha commentato il segretario generale Meuccio Berselli – Finalmente è arrivata una perturbazione, ma sono 60 i giorni senza pioggia significativa in molte aree del distretto. Le temperature massime sono state costantemente superiori alla media di 2-3° C e i venti che hanno sferzato la pianura hanno ulteriormente asciugato i terreni”.
Non solo il comparto agricolo potrà trovarsi in sofferenza – osserva l’autorità distrettuale – ma è già marcato il calo di produzione idroelettrica. Inoltre, le specie più fragili o più legate all’abbondanza d’acqua soccombono o rallentano la riproduzione, compromettendo fortemente la biodiversità.
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