LUZZARA (Reggio Emilia) – “La perizia dice che l’aggressione ha causato purtroppo il decesso del povero Ranjeet – chiarisce l’avvocato Mauro Intagliata, legale della moglie, dei figli e del fratello della vittima – Siamo di fronte ad una morte avvenuta per insufficienza cardio-respiratoria conseguente ai gravi traumi cerebrali subiti al momento dell’aggressione”.
Ucciso dai colpi ricevuti, almeno tre con un badile e due quelli mortali che nel pomeriggio del 7 febbraio avevano raggiunto il 38enne di origine indiana Ranjeet Bains al viso e al collo. Un’aggressione terribile avvenuta nel cortile dell’azienda Quattro-B di Luzzara dove l’uomo lavorava. Volevano lasciasse il suo posto di lavoro ad un parente dei presunti assassini, questo sarebbe stato il movente. Accusati due fratelli indiani di 40 e 41 anni residenti a Suzzara. Ora agli arresti domiciliari per una decisione del Giudice Ramponi accolta con rabbia e stupore sia dai legali che dalla famiglia. “Abbiamo avuto notizia informale della modifica della misura cautelare dal circuito carcerario agli arresti domiciliari – spiega l’avvocato Francesco Tazzari, che rappresenta il padre e la madre della vittima – non abbiamo notizia di dove siano. Tutto legittimo, ma ci pare intempestivo in ragione del fatto che ieri è stata depositata la relazione autoptica”.
Nella perizia autoptica, che arriva alla fine di diversi esami per la difficoltà in un primo momento a capire le cause della morte dell’uomo, che dopo l’aggressione era riuscito a parlare e raccontare alcuni dettagli, si legge: “Sulla base di quanto precedentemente argomentato si ritiene sussistente l’esistenza di un ininterrotto nesso di causa tra le percosse subite e l’exitus”. E ancora, la relazione firmata dal consulente tecnico il dottor Vittorio Gatto: “E’ possibile ricondurre il grave traumatismo cranio-cervico-facciale all’azione esercitata da mezzi contundenti di varia natura che comprendono mezzi naturali quali calci e pugni e un mezzo improprio quale la pala. E’ dunque possibile sostenere, con ragionevole certezza, che il decesso di Ranjeet Bains risulti casualmente connesso all’evento traumatico subito”.
La vittima ha lasciato la moglie e due figli di 4 e 8 anni. Una famiglia che abita a Motteggiana nel Mantovano che ora versa in difficoltà economiche estreme. La donna, che lavora qualche ora al giorno in un panificio, racconta che la figlia fa disegni e scrive ancora lettere al padre. L’azienda non ha ancora versato il Tfr dovuto.
“Sto male – dice a fatica Kaur Gagandeep, moglie della vittima – Sto male perché loro sono fuori e ho paura di questa cosa e del futuro. Ho paura per me e per i miei figli“.
La donna con estrema compostezza ha anche rivolto un appello per chi potrebbe metterle a disposizione una casa, a causa del mancato pagamento del mutuo dopo la morte del marito e quindi l’assenza del suo reddito, potrebbe infatti essere presto costretta a lasciare quella attuale nel mantovano.
L’avvocato Angelo Russo che difende uno dei due accusati e che devono rispondere di omicidio preterintenzionale, l’altro è rappresentato dall’avvocato Migale Ranieri, chiarisce che i due si trovano in Lazio e sono stati dotati di braccialetto elettronico quindi è esclusa la possibilità di fuga. La decisione del Gip Ramponi è stata assunta lo scorso 2 Maggio dopo una richiesta avanzata dagli stessi difensori.
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