REGGIO EMILIA – Modena non ha digerito il fatto che Faw-Silk abbia scelto Reggio per il nuovo stabilimento che proietterà la Motor Valley nel futuro dell’auto elettrica. Un investimento da 1,3 miliardi, una sede con laboratori di ricerca a Gavassa e mille posti di lavoro, senza costare l’indotto. Un beneficio per tutta l’area vasta. Ma c’è chi si ferma alle beghe di campanile. Tra questi anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Michele Barcaiuolo, che ha presentato una interrogazione in Assemblea legislativa.
“Vorrei tranquillizzare il consigliere Barcaiuolo rispetto al fatto che l’epoca dei Ducati è terminata da un pezzo, e che non è Fratelli d’Italia a decidere quale sia il cuore della motor valley”, è la replica di Paolo Burani, consigliere comunale reggiano della lista civica di maggioranza “Immagina Reggio”. Burani ne ha anche per Gianluca Vinci, parlamentare passato da poco dalla Lega a Fdi, pure consigliere comunale: “Vista la provenienza dell’interrogante, Vinci potrebbe – se ne avrà voglia – spiegare al suo compagno di partito i rudimenti della storia gloriosa delle Officine Meccaniche Reggiane, nonché le tante esperienze reggiane nella meccanica agricola, nella meccatronica e la capacità di questo territorio di esportare esperienze e produzioni tecnologiche all’avanguardia in tutto il mondo, da anni”. Insomma, ha detto Burani all’agenzia Dire, “certe battaglie di campanile biliose, quando si parla di sistema mediopadano, di motor valley emiliano-romagnola, appaiono come frutto di un retaggio padronale più proprio del Medioevo che non del terzo millennio”.
E ancora: “Il consigliere Barcaioulo non se ne abbia a male: un investimento da oltre un miliardo di euro, con migliaia di posti di lavoro nuovi su tecnologie all’avanguardia quali l’elettrico e l’ibrido sono una grande notizia per tutta l’Emilia Romagna, per il suo sistema produttivo, per tutto il territorio e per l’indotto che, da Reggio, si sviluppa in un’area che abbraccia certo la nostra provincia ma senza alcun dubbio anche quelle vicine”.
A Vinci, il consigliere rivolge infine “un modesto consiglio: se rappresenta Reggio Emilia, e dato dove è andato a chiedere i voti così dovrebbe essere, varrebbe la pena una volta ogni tanto di difendere il proprio territorio e le buone notizie che da esso arrivano”.
In “caso contrario, se cioè si sta zitti solo per non dover ammettere che l’Amministrazione (di un altro colore) ha ottenuto un grande risultato, in futuro sarà il caso di non riempirsi la bocca di reggianità. Si correrebbe il rischio di essere considerati poco credibili e di preferire la ‘ragion di partito’ alla propria città”.
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