REGGIO EMILIA – Coloro che hanno ruoli nelle parrocchie devono sospendersi da tali attività in caso di candidatura alle amministrative. La regola, che ha messo in subbuglio il mondo cattolico, è diventata oggetto di discussione in Sala del Tricolore, inserita in un ordine del giorno urgente. Lo ha presentato la Lega, a firma di Alessandro Rinaldi, del capogruppo Roberto Salati e degli altri consiglieri.
Obiettivo del Carroccio: chiedere al Consiglio comunale di esprimere “piena condivisione del contenuto delle missive scritte dal vescovo di Reggio”. Richiesta che è naufragata, in quanto insussistente è stato giudicato il carattere dell’urgenza, respinto da 18 voti contrari (quelli del Pd, Europa Verde, + Europa, Reggio E’ e Movimento 5 Stelle), contro 6 favorevoli.
Pienamente d’accordo con le indicazioni del vescovo è Giovanni Tarquini, candidato sindaco alla guida di una lista civica. “Questa indicazione è importante nel senso che chiunque rivesta un ruolo diretto, attivo, addirittura con incarichi ministeriali, debba valutare se attuare quella netta distinzione che ci dev’essere tra ambito ecclesiastico e ambito politico”.
Nel motivare l’inammissibilità dell’ordine del giorno targato carroccio, il capogruppo del Pd Gianluca Cantergiani ha spiegato come l’intento del vescovo non fosse quello di trasformare il documento in un atto politico a cui mettere il cappello sopra. Ricondurre le polemiche di questi giorni a direttive che sostanzialmente erano destinate ad addetti ai lavori è una considerazione condivisa anche da Tarquini. “Ritengo che questa sia stata una comunicazione riservata che per qualche motivo poi riservata non lo è più e che però aveva dei destinatari ben precisi”.
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