MONTECCHIO (Reggio Emilia) – “L’ospedale Franchini conserva e consolida il suo posizionamento che ha anche una valenza interprovinciale, giustificata dalla qualità dei servizi ma anche da alcune aree specialistiche che sono di assoluto pregio anche a livello regionale e nazionale, come la chirurgia del pavimento pelvico maschile e femminile”. Così il direttore del presidio ospedaliero dell’Ausl Giorgio Mazzi.
L’Azienda respinge la definizione di cattedrale nel deserto che le liste di opposizione ViviAmo e Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Montecchio hanno indirizzato all’ospedale Franchini, descrivendo una struttura non più attrattiva. Il direttore del presidio ospedaliero ricorda come la struttura rientri nel percorso di riorganizzazione ospedaliera previsto dal Pal, approvato da tutti i sindaci, ad esempio come sede per la chirurgia di media complessità accanto a Reggio e Guastalla. Tra i progetti, l’apertura il prossimo anno dell’ospedale di Comunità, a completare l’offerta territoriale.
“Il punto nascite non è in discussione – continua Mazzi – E’ vero che c’è una riduzione del numero dei parti progressiva, ma non è determinata dalla qualità del servizio ma ad una denatalità che è sotto gli occhi di tutti”.
Così come è un problema diffuso in tutto Italia la mancanza del personale, in particolare degli infermieri, che ha rallentato la riorganizzazione delle aree internistica e chirurgica. “Avremmo potuto correre il rischio di avviare questa riorganizzazione che riguarda tutta l’area chirurgica. Ad aprile entreranno in servizio due infermieri, dei quattro che erano previsti per questa riorganizzazione ma ci saremmo trovati alle soglie del periodo estivo in cui bisogna garantire la fruizione delle ferie. Questo avrebbe comportato una sorta di Stop and Go che ci ha fatto preferire il partire con la certezza di avere tutto ciò che ci serve in termini di personale con la certezza di poterla garantire nel tempo”.
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