REGGIO EMILIA – Del suo sguardo e del suo stile ha beneficiato la letteratura del Novecento. Dalla sua generosità hanno tratto vantaggio diverse giovani promesse che personalmente aveva cominciato a coltivare non appena affermatosi come scrittore, del tutto incurante del rischio che qualcuno di questi promettenti autori potesse rubargli spazio o visibilità. “Pier Vittorio Tondelli non era invidioso“. E’ la costatazione che fa da titolo all’iniziativa che ricorda Vicky, come gli amici erano soliti chiamare quel geniale interprete della vita di provincia, del ‘post moderno’ e degli anni ’80.
“Nell’Italia del dopoguerra l’ha fatto soltanto Elio Vittorini, per sette, otto anni, negli anni ’50. Poi è arrivato Vicky, in un altro contesto. Quindi c’è questo approccio a Pier Vittorio, per sottolinearne uno degli aspetti fra i meno ricordati ma fra i più importanti – spiega Piergiorgio Paterlini, curatore del programma reggiano di una due giorni di incontri dedicati allo scrittore -, Tondelli invece di curare il proprio successo, prestissimo si è dedicato agli esordienti, andandoli a cercare, aiutandoli a pubblicare.
In occasione del trentennale dalla morte, avvenuta all’età di 36 anni, sabato 11 e domenica 12 dicembre sono in programma più eventi. Il via sarà a Correggio, al palazzo dei Principi, con studiosi, giornalisti e critici che daranno vita al XXI Seminario Tondelli. Nella stessa giornata alle 21 al teatro Ariosto il momento più pop della rassegna: con Luciano Ligabue dialogheranno due giornalisti. “Gabriele Romagnoli è uno dei giornalisti più importanti di Repubblica, ed è uno scrittore scoperto da Tondelli – racconta Paterlini -, Antonio Spadaro è direttore di Civiltà Cattolica, è un gesuita, vicino al Papa, tondelliano della prima ora. Poi c’è il racconto di Luciano, che si è intrecciato strettamente con quello di Vicky, ce lo racconterà in pubblico”.
Il programma si conclude l’indomani con un appuntamento speciale alle 11, nell’ambito della rassegna “Finalmente Domenica”. Il tema sarà quello del rapporto tra le generazioni. “Parleranno di questo aspetto, di com’era lui umanamente e profesionalmente, tre scrittori che ha scoperto, che poi hanno fatto carriera. E ci saranno – conclude Piergio Paterlini -, due quarantenni, che non vogliono essere definiti così, che condurranno l’incontro per un ragionamento sull’invidia nella società letteraria e nella società in generale”.
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