REGGIO EMILIA – “Questo è un primo passo per stabilire una presenza permanente dell’umanità al di fuori della terra. Già l’anno prossimo dovrebbe essere lanciata la prima stazione orbitale lunare permanente. Il prossimo volo di Samantha Cristoforetti, se tornerà nello spazio, potrebbe essere intorno alla luna e non intorno alla terra”. Così l’astrofisico dell’Inaf Roberto Orosei.
Il successo di Artemis 1, la navicella senza equipaggio mandata in orbita attorno alla luna ha decretato il via della nuova stagione di esplorazioni spaziali, progettata per cercare nel sistema solare quelle terre rare, così preziose per l’elettronica, che sulla terra cominciano a scarseggiare. L’obiettivo, tra una decina d’anni, è arrivare su Marte. “Quello che stiamo facendo adesso, a cui contribuisco, è cercare dove scendere. Si parla di realizzare una missione con nuovi strumenti radar, simili a quelli con cui ho lavorato, per cercare il ghiaccio nel terreno e sapere dove andarlo a prendere. Perché il ghiaccio è acqua ed ossigeno per respirare ma anche carburante per i razzi. Se si scende su Marte non si può portare tutto dalla terra ma bisogna produrre le cose lì”.
Una chiacchierata a 360 gradi, nello studio di Buongiorno Reggio, con l’astrofisico reggiano le cui ricerche hanno portato alla scoperta di acqua liquida sotto la calotta polare di Marte. Temi sempre più attuali che saranno al centro della due giorni del festival dell’astronomia di Montecchio, il 24 e 25 giugno. “Una novità assoluta in provincia e uno dei pochissimi in Italia. Faremo diverse iniziative per bambini, ragazzi e studenti. E poi conferenze e mostre”, sottolinea Ivan Spelti, presidente di Reggio Emilia Astronomia.
Eventi straordinari che fanno stare con il naso all’insù. E’ successo all’inizio di febbraio, con la cometa che non passava dai tempi dell’uomo di Neanderthal. “La cosa interessante è che queste comete, che poi aggregandosi hanno formato i pianeti, contengono molecole organiche, cioè molecole importanti per la vita. Qualcuno ritiene che questi oggetti che vengono da molto lontano e che poi ripassano vicino a noi abbiano portato sulla terra una quantità importante del ghiaccio di cui sono fatte e quindi, almeno in parte, di acqua per i nostri oceani. Ma anche di sostanze organiche che potrebbero essere stati i mattoni costitutivi da cui sono nati i primi organismi viventi”.













