REGGIO EMILIA – Sono circa 120 le persone con problemi di disagio e tossicodipendenza che bivaccano e che alimentano il degrado e l’insicurezza in zona stazione. Intorno a loro è stato attivato un percoso di assistenza sociale che purtroppo, per il momento, non si sta rivelando efficace. Lo ha spiegato a “Il Graffio” l’assessora al welfare del Comune di Reggio Annalisa Rabitti: “Sono persone pevalentemente di genere maschile, per il 40% italiane, di mezza età, conoscioute ai servizi sociali, ma che purtroppo a fatica riescono a essere costanti in questo rapporto”.
Il segretario provinciale della Cgil Cristian Sesena ha ribadito le proprie perplessità sull’introduzione della cosiddetta zona rossa nell’area stazione e su un approccio che punti essenzialmente all’ambito secutitario: “Bisogna trovare un equilibrio difficilissimo, perché se no lo avremmo già trovato, tra chi si lamenta perché trova il vomito sulle scale e chi vuole far sì che il vomito sulle scale non si risolva rimuovendo fisicamente queste persone”.
La portavoce di Città Migrante ha rilanciato l’idea di uno spazio di consumo controllato di stupefacenti, ipotesi che però non è al momento sul tavolo delle istituzioni: “Io sostengo che questa sperimentazione sarebbe interessante”, le parole di Federica Zambelli.
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