REGGIO EMILIA – I luoghi, i nomi delle vie o degli edifici ci raccontano storie e ci parlano di persone del passato. E’ il caso anche del Nido d’Infanzia comunale Luigi Bellelli, dedicato ad un giovane partigiano reggiano. Per mantenerne vivo il ricordo e condividere l’importanza della memoria per l’identità collettiva, nei giorni scorsi il nido è stato aperto al quartiere per l’incontro “Luigi Bellelli: una storia presente”.
“Luigi Bellelli è un nome importante ma fino a poco tempo fa è stato solo un nome. Così i genitori si sono chiesti chi fosse questo partigiano”, spiega Roberto Bortoluzzi di Istoreco.
I genitori e gli insegnanti sono andati quindi negli archivi storici di Istoreco e hanno ricostruito la vita di Bellelli. Operaio delle Reggiane, dopo l’8 settembre del ’43 Luigi viene costretto ad arruolarsi. Il giovane però diserta e si rifugia in collina, ma viene catturato e deportato in Germania, dove morirà in prigionia. Quest’anno per commemorarlo, in occasione del Giorno della Memoria è stata posata anche una pietra d’inciampo al Gattaglio, luogo deve aveva vissuto.
“Credo sia importante che anche le scuole, anche le scuole intitolate a persone, a partigiani, facciano questo percorso di memoria che non è solamente un momento celebrativo, ma che è anche un momento in cui Reggio Emilia decide di attraversare un percorso di ricordo, di ricerca, di studio”, le parole dell’assessora alla scuola Raffaella Curioni.
L’esperienza di ricerca ha lasciato sicuramente un forte segno e ha portato alla restituzione di contributi preziosi. “Mi piace la parola nido, perché mi fa pensare ad un posto sicuro, che puoi chiamare casa, ma che è anche un approdo perfetto per imparare a spiccare il volo”, il testo letto dall’autrice Virginia Caminiti, genitore del Consiglio Infanzia Città.
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