REGGIO EMILIA – Suonare le campane è una vera arte che nel reggiano si tramanda da oltre 300 anni. A Bagno, frazione di Reggio, è attiva una scuola che ogni anno sforna nuovi campanari , e tanti sono i giovani per una pratica legata a rituali religiosi e celebrazioni comunitarie. Le campane da sempre simbolo di comunicazione e di unione, hanno un ruolo fondamentale nelle comunità locali, segnano il tempo e accompagnano gli eventi più significativi. A certificarne la valenza arriva adesso il sigillo di Unesco che ha proclamato l’arte campanaria tradizionale quale patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Un riconoscimento accolto con grande entusiamo dall’Unione Campanari reggiani che conta 37 iscritti.
“E’ un riconoscimento a qualcosa da proteggere, da tramandare e da preservare ed è il nostro primo obiettivo”, chiarisce Stefano Fantini, presidente Unione Campanari Reggiani.
Ma da dove nasce questa passione? “In me – ci racconta Fantini – è nata da una discendenza. Era campanaro anche mio padre. Serve curiosità, ci vuole passione per l’aspetto musicale ma anche per l’eservizio fisico perchè suonare le campanne prevede uno sforzo notevole”.
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