REGGIO EMILIA – Da quasi tre settimane l’amministratore delegato di Iren Paolo Signorini è in carcere a Genova, accusato di corruzione. Iren è una delle più importanti aziende del nostro territorio: ha sede legale a Reggio, conta più di 1.200 dipendenti nella nostra provincia e investe qui molte decine di milioni di euro ogni anno. Quando era a capo dell’Autorità portuale di Genova, Signorini andava al Grand Hotel Paris di Montecarlo e al Casino del Principato a spese di un imprenditore, Aldo Spinelli, che è tra i più importanti operatori del porto, concessionario di spazi enormi. La Procura di Genova lo accusa anche di avere affidato, da amministratore delegato di Iren, una consulenza da 200mila euro all’imprenditore Mauro Vianello per ricompensarlo di aver pagato il conto del banchetto di nozze della figlia.
Signorini sarà interrogato lunedì dai pubblici ministeri che indagano sul cosiddetto “sistema Toti”. E’stato lo stesso manager a chiedere di essere sentito.
Il tema dell’arresto dell’amministratore delegato di Iren ha fatto una fugace apparizione nella campagna elettorale per le Comunali, poi è subito scomparso dall’orizzonte. Il candidato del centrosinistra Massari ha chiesto a Iren di interrompere i rapporti con il manager in carcere. Aguzzoli (Coalizione Civica) e Soragni (Movimento per Reggio) se la sono presa più con Iren che con Signorini. Il candidato del centrodestra Tarquini ha rimesso le eventuali dimissioni di Signorini a una valutazione personale dello stesso Signorini.
Sarà bene non dimenticare che Iren è una società quotata in Borsa soggetta al controllo dei Comuni di Genova, Torino e Reggio Emilia. Chiunque diventi sindaco di Reggio il 9 giugno o due settimane più tardi, si troverà nei prossimi 5 anni a vestire i panni di azionista di controllo dell’azienda. In questo senso, anche se Signorini è innocente fino a prova contraria, le sue dimissioni non sono una questione personale.










