CORREGGIO (Reggio Emilia) – Risale alla notte tra il 26 e il 27 aprile di 35 anni fa il disastro allo stabilimento nucleare di Chernobyl. Una data che i rappresentanti dell’associazione di volontariato di “Correggio Insieme” hanno sempre trascorso in Bielorussia, ai confini con la famigerata centrale in Ucraina.
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Sono passati trentacinque anni da quella notte del 26 aprile 1986 quando all’1,23 il reattore numero quattro della centrale nucleare di Cernobyl esplose. Tutti ricordano i giorni successivi quando la nube radioattiva arrivò anche in Italia. Scattò l’allarme: il consiglio era di non mangiare la verdura e la frutta, di lavarla bene perché quel maledetto U (Uranio)-235, sarebbe potuto finire negli orti. Si vietò il consumo di latte e insalata.
Prima del covid, fino a due anni fa, in occasione di questo triste anniversario, i rappresentanti dell’associazione di volontariato “Correggio Insieme” si recavano in Bielorussia per partecipare alle iniziative di commemorazione, come racconta ai nostri microfoni Mirca Riccò, presidente dell’associazione: “Abbiamo sempre fatto questi viaggi umanitari. E’ sempre un momento molto doloroso, perché vedi che non cambia nulla”.
Correggio Insieme dai primi anni 2000 e al 2019 ha ospitato in Italia bambini e ragazzini bielorussi bisognosi di cure: “Ne abbiamo ospitati 100, circa 9 all’anno. Ad alcuni grazie alle visite effettuate qui in Italia sono stati diagnosticati problemi di salute, ad esempio alla tiroide che abbiamo potuto tenere monitorati”.
L’obiettivo dell’associazione, una volta terminata l’emergenza covid, è di poter riprendere l’attività di ponte solidaristico con la Bielorussia.
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