Servizio Tg Reggio
di Giulia Gualtieri
REGGIO EMILIA – Per aumentare gli stipendi “bisogna fare ciò che il governo non ha fatto: riduzione del carico fiscale contributivo a favore dei salari e allo stesso tempo, visti i livelli di inflazione che sono altissimi, ripristinare il cosiddetto fiscal drag, che significa rendere automatiche le rivalutazioni delle detrazioni”. Sono queste le soluzioni dettate dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine del 19° congresso provinciale del sindacato a Reggio Emilia.
“La gente – ha sottolineato – non arriva a fine mese, questa è la questione, quindi bisogna aumentare i salari agendo sul piano fiscale e poi rinnovare i contratti nazionali sia nel settore pubblico sia in quello privato”.
Una delle ragioni per cui i salari sono bassi è che negli ultimi vent’anni c’è stato un aumento della precarietà del lavoro che non ha precedenti’. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si è soffermato così, a margine del congresso provinciale del sindacato a Reggio Emilia, sul tema del lavoro.
“E’ chiaro che aumentare i salari significa anche cancellare forme assurde di precarietà e permettere alle persone di avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e quindi avere tutti i diritti – ha detto -. Perché adesso abbiamo salari bassi e mancanza di diritti. Pensiamo a tutte le forme di lavoro autonomo, alle partite Iva, ma anche le stesse forme di lavoro a termine: cosa hanno determinato negli ultimi anni? Che le persone pur lavorando non hanno gli stessi diritti. E questo ha favorito l’idea di competizione nell’economia basata sulla riduzione dei diritti e dei salari. Non a caso – ha aggiunto – il sistema degli appalti, dei sub-appalti e delle finte cooperative ha determinato un arretramento della qualità del sistema produttivo e dei servizi. Questo – ha concluso Landini – vale per tutte le attività. La nostra battaglia dunque non è solo aumentare i salari, ma cancellare la precarietà e investire sui diritti fondamentali: diritto alla salute, diritto alla scuola, diritto alla formazione”.
Come organizzazione “sicuramente abbiamo bisogno di cambiare, allargare la nostra rappresentanza, abbiamo bisogno di giovani che entrino nel sindacato e di recuperare una credibilità delle istituzioni e della politica”. Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini al congresso provinciale di Reggio Emilia ha fatto anche un’auto-analisi sullo stato di salute delle organizzazioni sindacali.
“Quando in un Paese metà o tre quarti della popolazione decide di non andare a votare – argomenta – significa che una parte consistente non si sente più rappresentata da nessuno. Bisogna recuperare credibilità e si recupera solo se la politica e l’azione sindacale sono capaci di risolvere i problemi delle persone”. E ancora: “La Cgil, con tutti i suoi limiti, continua a essere un’organizzazione con quasi 5 milioni di iscritti, persone che hanno deciso volontariamente ogni mese di dare un contributo al sindacato. E il sindacato vive di questo contributo. Dobbiamo allargare ancora di più la nostra rappresentanza per essere più vicini e attenti. Riconquistare un vero statuto dei diritti dei lavoratori. Tutte le persone che lavorano devono avere gli stessi diritti. Questo – ha concluso – è l’orizzonte per cui battersi ed è la domanda che facciamo alla politica: in un Paese che ha bisogno di unirsi e non di dividersi, credo non ci sia bisogno di autonomia differenziata”.
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