REGGIO EMILIA – Un forte squilibrio tra costi e ricavi e un debito che in questa fase non è possibile onorare: sono questi i problemi con cui si trova a fare i conti Landi Renzo e che hanno spinto il consiglio di amministrazione, mercoledì, a depositare la domanda di accesso alla composizione negoziata della crisi. Si tratta di una procedura stragiudiziale a cui ha fatto ricorso recentemente, senza fortuna, anche un’altra importante azienda reggiana, Meta System, poi approdata al concordato preventivo.
Tra il 2022 e il 2024 il gruppo di Corte Tegge ha registrato perdite per più di 77 milioni di euro. L’aumento di capitale da 40 milioni di euro versato dalla famiglia Landi e da Invitalia non è stato sufficiente a risolvere tutti i problemi. Per ridurre il costo del lavoro, in aprile l’azienda aveva annunciato 80 esuberi tra il personale impiegatizio. Le uscite volontarie sono poi state meno di 40, ma nei giorni scorsi è stato firmato con i sindacati un accordo per un periodo di 12 mesi di cassa integrazione straordinaria.
A fine 2024 il gruppo Landi Renzo aveva debiti commerciali scaduti per 16 milioni di euro. Ma il problema più impellente, oggi, è il debito finanziario. Alla fine dell’anno scorso l’indebitamento finanziario netto superava i 94 milioni, senza posizioni scadute. Nei giorni scorsi, però, la società di Corte Tegge ha comunicato al mercato di non essere in grado di rispettare puntualmente alcune delle prossime scadenze con le banche. Le difficoltà finanziarie e di mercato si riflettono naturalmente anche sulle quotazioni di Borsa: negli ultimi 12 mesi il titolo ha perso il 60%.
L’approvazione dei conti del 2024 è slittata dal 12 marzo al 26 giugno e ora è stata ricalendarizzata entro il 31 ottobre. L’assemblea degli azionisti, prevista in origine il 28 aprile e poi rimandata al 7 agosto, si svolgerà entro il 19 dicembre.
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