REGGIO EMILIA – Centoquattro milioni di euro: è questo l’indebitamento finanziario netto del gruppo Landi Renzo alla data del 30 giugno scorso. I dati sono stati comunicati al mercato dall’azienda di Corte Tegge su richiesta della Consob, l’autorità che vigila sulle società quotate in Borsa.
L’indebitamento a breve termine sfiora gli 84 milioni. L’azienda ha chiesto alle banche una moratoria, per cui tutti i relativi debiti finanziari sono stati classificati tra le passività a breve termine. Rispetto al dicembre 2024, l’esposizione finanziaria complessiva è aumentata di circa 10 milioni, mentre la liquidità si è dimezzata, scendendo a poco meno di 24 milioni di euro.
Le posizioni debitorie scadute di natura commerciale sfiorano i 10 milioni di euro, ma questo dato riflette gli accordi di riscadenziamento con i fornitori. Landi Renzo non ha ricevuto decreti ingiuntivi e non deve fronteggiare sospensioni nelle forniture tali da condizionare la normale operatività. Ci sono però anche 3,5 milioni di euro di rate di finanziamenti e interessi che il gruppo non è stato in grado di rimborsare e che risultano scaduti alla data dell’1 luglio.
La procedura di composizione negoziata della crisi, avviata il 7 agosto scorso, ha fatto intanto un altro passo avanti: la Camera di Commercio di Bologna ha nominato l’esperto che dovrà esprimersi sul piano di risanamento e affiancare l’azienda nei negoziati con i creditori. Il gruppo Landi non ha ancora approvato né il bilancio 2024, né la semestrale 2025.
Nei primi sei mesi di quest’anno i ricavi si sono attestati a 129 milioni, con una flessione tutto sommato contenuta. Il margine operativo lordo è stato di 2,6 milioni, ma la capogruppo ha dovuto accantonare 16,5 milioni con fondi rischi a copertura delle perdite accusate da alcune società controllate.
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