REGGIO EMILIA – I ladri in casa, i gioielli e i ricordi di una vita rubati e persi per sempre. E rabbia. Tanta rabbia. Perché forse quel furto poteva essere evitato, o almeno qualcuno avrebbe potuto rendere la vita più difficile ai ladri. Invece un lampione rimasto spento da anni, nonostante ripetute segnalazioni agli uffici comunali competenti, ha consentito loro di agire nel buio, senza la possibilità di essere magari visti da un passante o da un vicino. Tutto è stato messo nero su bianco in un esposto depositato oggi pomeriggio in Procura a Reggio. Chi ha subito quel furto, una nota commerciante reggiana che vive in via Terrachini, vuole sapere dalla magistratura se ci sono state negligenze o responsabilità anche da parte di chi avrebbe potuto riparare quel lampione. Amara ironia della sorte, che sorte non è, dopo l’ultima email al Comune, con cui la cittadina segnalava di essere stata derubata, quel lampione è stato riacceso. Una beffa, almeno nei tempi.
Diverse le telefonate nel corso del tempo, fino a quattro le email scritte all’Amministrazione dal 27 ottobre 2021 al 4 gennaio 2022. Tutte stampate e allegate all’esposto ora in mano alla Procura. Email nelle quali si evidenziavamo i pericoli non solo per la sicurezza dei residenti, ma anche per i pedoni e i ciclisti di passaggio. L’11 gennaio scorso la commerciante ha rischiato di trovarsi faccia a faccia con i ladri. Il furto è avvenuto tra le 19 e le 19,30, come poi dettagliatamente denunciato alla polizia. Ha sentito distintamente il rumore fatto dai malviventi nella fuga quando, spaventata, dopo aver trovato una finestra aperta, ha iniziato a urlare il nome della figlia. Poi la conferma ai suoi sospetti. Poche le speranze di recuperare la refurtiva. Tanta invece la voglia di una risposta dalla Procura.