LENTIGIONE (Brescello, Reggio Emilia) – E’ ripreso in tribunale a Reggio il processo sulla alluvione di Lentigione di cinque anni fa. Il 12 dicembre del 2017 l’Enza esondò e circa 10 milioni di metri cubi di acqua si riversarono sull’abitato causando milioni di euro di danni e circa 1200 sfollati. Lo scorso marzo ha preso il via il procedimento penale. Tre gli imputati che devono rispondere in concorso di inondazione colposa. Sono i tre tecnici di Aipo Massimo Valente, Mirella Vergnani e Luca Zilli.
Secondo il pm Giacomo Forte, l’evento si sarebbe verificato per la mancata manutenzione e la sottovalutazione della piena cui è legato il mancato posizionamento di sacchi di sabbia sul punto più basso dell’argine. Oggi in aula è iniziato l’ascolto della lunga lista di testimoni chiamati dall’accusa. È stato sentito il Brigadiere Capo Mugherli dei Carabinieri Forestali sulle attività di indagine e dalle sue parole è emerso il mancato completamento e la mancata manutenzione delle casse di espansione di Montecchio e Montechiarugolo, e l’esistenza di una “corda molle” sulla sommità arginale poi collassata. A seguire è stato ascoltato il Maresciallo Gangemi sempre dei Carabinieri Forestali, che ha confermato il mancato funzionamento delle casse di espansione.
Presente in aula il Comitato di cittadini formatosi in seguito all’alluvione e rappresentato dall’avvocato Domizia Badodi. Domani è prevista un’altra udienza a partire dalle 9.30.