REGGIO EMILIA – Nel corso del 2023, i reggiani hanno giocato d’azzardo un miliardo e 150 milioni di euro, sui 10 miliardi totali giocati in regione, e ne hanno persi quasi 200 milioni. E’ come se ogni abitante con più di 18 anni avesse giocato più di 2.500 euro.
Per il 54% dei casi si gioca fisicamente, soprattutto alle videolottery, ma anche con i Gratta e Vinci e al Superenalotto. Il restante 46% rappresenta il gioco online: dalle slot machine agli altri giochi da casinò, alle scommesse sportive. E proprio l’online continua a crescere, in base al secondo rapporto sul gioco d’azzardo in Emilia Romagna curato da Cgil, Federconsumatori e Auser.
Nell’indagine, la provincia di Reggio viene presentata come dentro a una “crisi acuta d’azzardo” insieme alla provincia di Modena e alla città Metropolitana di Bologna. Marinella Melandri della Cgil Emilia Romagna: “E’ un problema di salute pubblica, sono necessarie risorse della sanità regionale che già sono scarse per poter fare programmi di prevenzione e di cura per persone che sono affette d gioco patologico. Ci sono intere famiglie che si rovinano, con il rischio di sovraindebitamento e ricorso all’usura, quindi ci sono anche ricadute nell’ambito della legalità”.
In un anno, la raccolta online in provincia è aumentata del 18%, con punte di più del 50% a Luzzara, Guastalla, Novellara, Gattatico, Baiso, Casina e Rubiera: qui, in particolare, si è registrato un +9 milioni di euro. Crescite importanti anche a Scandiano e Casalgrande: è il distretto reggiano – modenese, dove i numeri elevati si aggiungono a una rete abbastanza fitta di centri in cui giocare fisicamente. Ma, in base all’indagine, la “Las Vegas” della provincia per il gioco fisico è Reggiolo, con una rete fisica assolutamente eccessiva per un comune di neanche 10mila abitanti. “Il gioco d’azzardo legale spesso si accompagna anche a quello illegale ed è strumento di riciclo di denaro sporco da parte della criminalità organizzata”.
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