REGGIO EMILIA – Non è un mestiere per giovani. Mai come in questo periodo sta emergendo quanto la professione medica, soprattutto per quanto riguarda certe specialità, sia poco attrattiva.
Le cause sono tantissime: dallo stress e dai turni massacranti degli ultimi due anni all’assenza di benefit economici, e anche le conseguenze sono tante. Molte meno le soluzioni a portata di mano. Il nuovo allarme su quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi lo lancia Davide Favali, referente dell’Ausl per i medici di medicina generale del distretto di Reggio. “Adesso sono 10mila nel Reggiano le persone senza medico di base; a novembre rischiano di essere 50mila: non si riesce a sostituire i pensionamenti”.
Secondo il dottor Favali, la possibilità prospettata dalla Regione di portare tutti i medici di base al massimale di 1.800 pazienti a testa da seguire rischia di sortire l’effetto opposto: “Rischia di essere esplosivo, di far saltare il sistema: una dottoressa che magari ha appena partorito non può seguire 1.800 persone, a quel punto si licenzia”.
Al pari dei medici del pronto soccorso nel filone ospedaliero, i medici di base costituiscono il primo presidio. In queste settimane stanno assistendo a una nuova crescita dei casi Covid, che però per ora non preoccupa: l’alta contagiosità non è accompagnata da sintomi gravi, “ma in vista dell’autunno chiediamo che cambi l’organizzazione: chiediamo di essere ascoltati di più dai nostri amministratori e che ci sia finalmente meno burocrazia, altrimenti passiamo la giornata a rispondere a telefonate ed e-mail e non c’è il tempo per la cura delle persone”.
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