REGGIO EMILIA – La riforma che ha investito i medici di base è un danno per loro ed anche per i pazienti. A dirlo è il sindacato Snami, che oggi protesta in tutta Italia.
Un’ottantina le adesioni allo sciopero nella nostra provincia. In via Amendola, il piazzale del quartier generale dell’Ausl è stato teatro di un presidio. La contestazione è rivolta in particolare alle nuove regole imposte alla categoria dall’accordo collettivo nazionale 2024. Obblighi che riguardano le nuove leve, ovvero i medici di famiglia che si sono specializzati a partire dal 2025. A differenza di chi ha raggiunto il traguardo prima di loro, sono tenuti a svolgere contemporaneamente l’attività di medico di famiglia e quella di continuità assistenziale, vale a dire il ruolo conosciuto un tempo come guardia medica.
Nella nostra provincia i medici di base in attività sono 307. Ognuno ha dai 1.600 ai 1.800 pazienti. Alle ore di ambulatorio che questi richiedono si aggiungono per i nuovi dottori le prestazioni all’interno delle case di comunità, delle residenze per anziani ecc. Un sovraccarico che secondo la sigla Snami ha reso la professione meno attrattiva per i giovani.
Si spiegano così le sole 5 candidature che sono arrivate in risposta all’ultimo bando lanciato dall’Ausl la scorsa primavera a fronte di 293 posizioni che erano da coprire. Un numero che comprende circa quaranta zone in cui mancano dottori e 250 incarichi di ex guardia medica.
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