REGGIO EMILIA – “Il tema della visita al congiunto è un coming out forzato, anche se gestibile, per tutte le persone LGBTI”. A portare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo argomento sono i consiglieri comunali reggiani Fabiana Montanari e Dario De Lucia. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni e preoccupazioni da parte di giovani ragazze e ragazzi di Reggio e provincia che abitano in piccoli paesi. Vogliamo però tranquillizzarli”, dicono i consiglieri. Le persone omosessuali nel corso di un controllo da parte delle forze dell’ordine dovranno infatti dichiarare per far visita al proprio congiunto il proprio orientamento sessuale. “Se il problema può considerarsi superato per alcune persone o magari di poco conto per chi abita in grandi città, per chi abita in piccoli paesi la cosa è molto diversa – continuano Montanari e De Lucia – essere omosessuale in certe realtà viene visto ancora come uno stigma. Inoltre i ragazzi ancora minorenni che vivono con i genitori non sempre hanno dichiarato in famiglia il proprio orientamento. Tutti i dati in contenuti nell’autocertificazione sono coperti dalla privacy – spiegano – non possono in alcun modo essere diffusi e non esiste alcun obbligo di rivelare le generalità dell’affetto stabile”. I consiglieri reggiani però consigliano, in caso di controllo, di essere il più sinceri possibili chiedendo, qualora fosse necessario, di non dare le generalità della persona che si sta andando a incontrare e specificare il motivo.
“Invitiamo le forze dell’ordine a continuare a rispettare la delicatezza delle situazioni personali – afferma Alberto Nicolini, presidente di Arcigay Gioconda Reggio Emilia – comprendendo la difficoltà di chi si troverà costretto a confidare quello che è un dato sensibile, magari per la prima volta nella vita. Rimaniamo a disposizione di chi nella comunità LGBTI ha bisogno di delucidazioni, anche con la nostra consulente legale, sui nostri canali social. Insieme sapremo trasformare queste limitazioni in un presupposto per il maggiore riconoscimento delle coppie e delle famiglie LGBTI”.