REGGIO EMILIA – Le operazioni di vendemmia, allungate a causa delle piogge, si stanno concludendo in tutta la provincia e la Coldiretti di Reggio Emilia fa un primo bilancio della stagione. «La vendemmia 2024 si chiude con una buona produzione per le uve lambruschi, Ancellotta e bianchi – dichiara Alessandro Corchia, direttore della Coldiretti Reggio Emilia. Le quantità raccolte sono state di soddisfazione e confermano le stime estive di inizio periodo. L’aumento quantitativo, rispetto allo scorso anno è stato pari ad un +15% per le uve rosse e +8% per le uve bianche mentre la qualità è rimasta più o meno costante rispetto alla scorsa annata».
La produzione è stata sostenuta dalla quasi assenza di fenomeni di gelo e grandine ma ha subito la siccità estiva con l’accentuarsi dei fabbisogni irrigui.
«I vigneti, grazie alla disponibilità idrica fin dai primi mesi dell’anno – commenta Angelo Cabassi, responsabile settore vitivinicolo della Coldiretti reggiana – hanno avuto un ottimo risveglio vegetativo, buona anche la fioritura e la allegagione. La corretta gestione dei vigneti, nella maggior parte dei casi – continua Cabassi – ha contrastato le potenziali malattie fitosanitarie che si sarebbero potute innescare in conseguenza alle abbondanti piogge primaverili. Maggiori difficoltà per i vigneti biologici che hanno dovuto intensificare le operazioni di difesa per salvare le produzioni. Tutto il comparto ha sostenuto costi maggiori per gestire le avversità fitosanitarie».
I viticoltori sono stati capaci di mettere in atto tecniche colturali idonee a garantire un adeguato livello qualitativo anche in presenza di anomalie meteorologiche ma questa sfida si fa sempre più difficile a causa del cambiamento climatico. Un fattore che – evidenzia Coldiretti di Reggio Emilia – ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende che stanno avendo molte difficoltà anche a mantenere gli impegni rispetto alle misure di settore (ristrutturazione e riconversione vigneti, investimenti e promozione), con il rischio concreto di perdere preziose risorse del bilancio comunitario.
«In questo momento di generale e diffusa sofferenza del settore vitivinicolo – dichiara Matteo Franceschini, presidente della Coldiretti di Reggio Emilia – auspichiamo che gli organi deputati possano mettere in atto una adeguata politica di promozione del prodotto, in particolare dei lambruschi, puntando su trasparenza, controllo e tutela».
Il settore vitivinicolo reggiano – spiega Coldiretti Reggio Emilia – oggi è rappresentato da 8500 ettari, in aumento di circa un 6% rispetto agli ultimi 5 anni, anche grazie alle autorizzazioni ai nuovi impianti, per un totale di 2450 aziende viticole con una media di 3,5 ettari, rispetto ai 2,5 ettari medi di 10 anni fa. La superficie vitata provinciale si sta rinnovando (9% di età superiore ai 30 anni) ed è quasi conclusa la trasformazione verso la meccanizzazione, infatti notiamo che i vecchi impianti Belussi sono diminuiti del 65% negli ultimi 7 anni, oggi presenti solo per 270 ettari.
Continua ad essere l’Ancellotta il principale vitigno coltivato, presente sul 50% della superficie – conclude Coldiretti Reggio Emilia. La superficie a Spergola è più che raddoppiata ed è pari al 2% del totale, risultano in diminuzione il Malbo gentile e il Marzemino.
Il settore vitivinicolo provinciale può contare sulle Doc di Colli di Scandiano e Canossa e Reggiano Lambrusco, Igt Emilia.
Il vino rappresenta – ricorda Coldiretti – la prima voce dell’export italiano, con un valore nel 2023 di quasi 7,8 miliardi di euro.