REGGIO EMILIA – Abbiamo visto nei servizi precedenti che a dare credito alle false accuse contro Maria Sergio contenute nella velina dei servizi segreti e a darsi da fare affinché procura di Reggio Emilia e Dda di Bologna mettessero sotto la lente la dirigente comunale furono il questore Domenico Savi e il maggiore dei carabinieri, Vittorio Boccia.
Da questore, tra il 2010 e il 2014, mentre il prefetto Antonella De Miro martellava con le interdittive antimafia gli imprenditori legati alle cosche, Savi firmò relazioni “addomesticate” che gli venivano sottoposte dal suo collaboratore Domenico Mesiano per far ottenere passaporti e porti d’armi ai suoi amici ‘ndranghetisti, che non di rado erano gli stessi combattuti dalla De Miro. Nel luglio 2014 Savi lasciò Reggio Emilia per andare ad assumere un ruolo di dirigente nella polizia di frontiera di Milano.
Quanto a Boccia, già nell’aprile 2010 il comandante del reparto operativo dei carabinieri aveva chiesto alla procura di intercettare le utenze telefoniche di Luca Vecchi, allora capogruppo Pd in Sala del Tricolore, della moglie e dell’assessore all’Urbanistica Ugo Ferrari, che lui considerava i capi di un’associazione a delinquere. Nell’agosto dello stesso anno il maggiore era tornato alla carica con Isabella Chiesi, allora come oggi procuratore reggente, ma ancora una volta senza esito. Un mese dopo, nel settembre 2013, Boccia fu trasferito dall’Arma alla procura presso il tribunale militare di Roma.
E la fonte dell’Aisi? Chi era l’informatore dei servizi segreti? Il maggiore Boccia, nelle sue informative del 2013 a procura e Dda, lo definisce curiosamente “il delatore”, cioè la spia, il traditore. Boccia ne parla come se non conoscesse l’identità dell’informatore, ma ritiene che possa essere, scrive, “qualcuno che lavora proprio all’interno degli stessi uffici dell’amministrazione comunale” perché, annota ancora Boccia, cita “dati identificativi di fogli e particelle planimetriche non accessibili alla normale utenza”.
E’ forse la stessa persona – un impiegato o un funzionario degli uffici tecnici del Comune – che tre anni dopo farà filtrare all’esterno informazioni non pubbliche relative al contratto d’acquisto di un’abitazione a Masone da parte di Maria Sergio e Luca Vecchi? I contenuti dell’atto di acquisto da Francesco Macrì, risalente al 2012, furono pubblicati dal Carlino Reggio il 23 gennaio 2016, innescando una sistematica campagna di insinuazioni e illazioni che dura da cinque anni. Anche su questo torneremo in una prossima puntata. Prima, però, vedremo che uso era possibile fare della nota dei servizi segreti dal punto di vista giudiziario. (3/continua)
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