
Mimmo Germanà, Mirò stravede, 1991, olio su tela, cm 140×120
REGGIO EMILIA – La Transavanguardia di Mimmo Germanà arriva alla Galleria Bonioni Arte di Reggio (corso Garibaldi, 43). Per gli appassionati sarà possibile ammirare le opere dell’artista catanese dal 4 settembre al 26 ottobre. Si tratta di un artista da ritrovare e da studiare, definito dal critico Salvatore Grasso come “lo Chagall italiano”. Curata da Fabrizio Guerrini, l’esposizione sarà inaugurata giovedì 4 alle 17 in occasione della tradizionale Sagra della Giaréda.
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere ad olio su tela ed alcune carte, realizzate negli anni Ottanta e Novanta e caratterizzate da una tavolozza sicula e fauve. Tra i suoi soggetti, figure femminili trasportate da oniriche correnti, cieli infuocati, venti colorati, natura libera e incontrollata.

Mimmo Germanà, Al mare, 1988, olio su tela, cm 60×60
Mimmo Germanà (Catania, 1944 – Busto Arsizio, 1992)
Un artista scomparso prematuramente all’età di quarantotto anni, la cui analisi storico-critica è tuttora in evoluzione. Tanti i riferimenti culturali tra musica, poesia e pittura, da André Breton a Ciaikovskij, fino a Chagall. La sua arte, relegata per anni in una sorta di limbo tra Transavanguardia, naif ed espressionismo pop, è oggi oggetto di un rinnovato interesse.
Su invito di Achille Bonito Oliva, Germanà partecipa alla Biennale di Venezia del 1980 che, con Aperto ’80, segna la consacrazione ufficiale della Transavanguardia. Nell’anno in cui il padiglione tedesco ospita Georg Baselitz e Anselm Kiefer, Aperto ’80 riunisce artisti come Richard Artschwager, Jonathan Borofsky, Michael Buthe, Luciano Castelli, Tony Cragg, Julian Schnabel. Gli italiani, oltre a Germanà, sono sei: Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore.












