SAN POLO D’ENZA (Reggio Emilia) – “Una vicenda che ha segnato tutti, anche i ragazzi coetanei. Sono appena tornato dalla Germania in visita al paese gemellato di Eisingen, con noi c’erano tanti ragazzi e facevano molte domande”.
Ci sono tante domande per ora senza risposta nella vicenda di Vignale di Traversetolo, la più impellente è sicuramente “perché?”. Perché la studentessa, 22 anni di buona famiglia, avrebbe indotto il parto, avrebbe ucciso il suo bimbo e l’avrebbe poi nascosto nel giardino di casa? Per continuare la sua vita apparentemente normale? La ragazza è indagata con le accuse di omicidio premeditato e occultamento di cadavere ma su di lei pesa l’ombra ora del doppio infanticidio.
La giovane avrebbe cercato sul web “come partorire secondo figlio” e indotto gli inquirenti a scavare ancora in quel giardino in via Baietta, a due passi da San Polo. E qui altri resti sono effettivamente stati trovati, resti di oltre un anno fa che da un primo esame apparterrebbero sempre a un neonato, di circa 40 settimane. “Solo le indagini delle autorità competenti potranno far luce su questa terribile pagina di cronaca e credo lo faranno a breve – le parole del sindaco di San Polo Franco Palù, che sta seguendo la vicenda – Rimane un profondo senso di sconcerto, misto a tristezza e impotenza, di fronte al verificarsi di simili drammi in una società che, apparentemente ricca di mezzi, dovrebbe essere in grado di prevenirli. E’ una una tragedia che non ha giustificazione e non siamo abituati, con i servizi che abbiamo e le risposte che possiamo dare, i consultori, i servizi sociali…”.
E invece la giovane avrebbe partorito in casa, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale. Nessuno l’avrebbe seguita durante la gravidanza. Avrebbe fatto tutto da sola, con l’aiuto inconsapevole di un’amica che studia ostetricia. E due giorni dopo il parto, la 22enne è partita con la sua famiglia per New York, in quegli scatti postati sui social nessuna traccia di sofferenza. In piscina, a San Polo, qualcuno l’avrebbe vista negli ultimi tempi con una maglietta sopra al costume. Ora, si dice che digiunasse per non far vedere la pancia. “Alcuni ragazzi la conoscono, frequentava la piscina di San Polo, ma non ho avuto modo di parlare con loro”, ha aggiunto il primo cittadino.
La villetta ora è deserta, entrano solo i carabinieri del Ris che stanno svolgendo ulteriori indagini. La ragazza ha lasciato il paese con la famiglia. Il suo avvocato, il legale reggiano Nicola Tria, dice che per ora non parlerà con nessuno.
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