REGGIO EMILIA – Gli equipaggi che gareggiano ai rally spesso montano una piccola telecamera all’interno dell’abitacolo delle auto per riprendere la corsa e rivederla poi una volta terminata. Ce l’aveva la Peugeot 208 di Claudio Gubertini e Alberto Ialungo che al 41esimo Rally dell’appennino reggiano, a Riverzana di Canossa, è uscita di strada investendo e uccidendo due giovani spettatori, il 21enne reggiano Davide Rabotti e il 35enne modenese Cristian Poggioli.
Le immagini girate da quella piccola telecamera ora saranno fondamentali per ricostruire la dinamica dell’incidente e gli ultimi istanti di vita di Davide e Cristian. Il video è in mano agli inquirenti, mentre la vettura è sotto sequestro. Il giorno dopo l’incidente il pubblico ministero Claudio Santangelo, che coordina le indagini, ha eseguito un sopralluogo per vedere la strada e quel terrapieno che ha fatto da rampa alla vettura impazzita. Gli inquirenti hanno anche acquisito i regolamenti di gara ed altri documenti per verificare se ci fossero state irregolarità.
In particolare si deve appurare con certezza se quel punto del tracciato fosse o meno vietato al pubblico. Saranno valutate le responsabilità di Claudio Gubertini , il 41enne modenese pilota esperto e del suo navigatore, il reggiano Alberto Ialungo, oltre che quelle, eventualmente, degli organizzatori e del commissario preposto a quel settore di gara. Ad ora non risultano indagati. Le salme dei due giovani sono a disposizione della procura, che nelle prossime ore deciderà se far eseguire le autopsie o se rilasciare il nulla osta per i funerali.
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