REGGIO EMILIA – “L’interessato è incapace di partecipare coscientemente al processo“. Così dice la perizia del medico legale Moreno Lusetti: non una consulenza di parte, ma un atto disposto dal tribunale di Reggio. L”interessato’, ovvero la persona che è stata esaminata ottenendo questo esito, è il 33enne Orjol Lame. Domenica 30 ottobre 2022 era lui la persona al volante della Fiat Stilo che si schiantò contro una casa disabitata sulla via Emilia a Gaida: risultò positivo ad alcol e droga. Nello schianto morirono la sua compagna 22enne Shane e madre del suo figlioletto; lo stesso piccolino, Mattias, che aveva meno di 2 anni, e i suoi giovanissimi cognati Resat e Rejana di 11 a 8 anni. Lui rimase in coma per due mesi, poi fece un percorso riabilitativo a Correggio. La perizia parla di ‘danno neurologico post-traumatico con marcati deficit cognitivo comportamentali’. Lame è indagato per omicidio stradale plurimo, ma, appunto, molto probabilmente non verrà processato. O meglio: non verrà giudicato se la sua situazione clinica non migliorerà. Perchè il consulente aggiunge che ‘i progressi cognitivi raggiunti rendono necessaria una rivalutazione fra un anno’. Sarà il giudice Andrea Rat a prendere una decisione nell’udienza fissata per l’8 giugno alla quale prenderanno parte l’avvocato dell’uomo, Giuseppe Caldarola, e quello delle parti offese Nicola Termanini. Intanto questo esito è senz’altro un nuovo macigno per i genitori di tre delle quattro giovani vittime, e nonni del piccolino, che si erano sfogati a inizio aprile quando il tribunale non aveva accolto le richieste della procura di domiciliari e divieto di espatrio per Lame, ritenendo non ci fossero le esigenze cautelari. Lame era tornato in patria in Albania, a Durazzo, dove si trova tuttora.
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