REGGIO EMILIA – “E’ un dolore, quello dei famigliari, che aumenta alla luce della notizia. Sono delusi dal fatto che lui sia ad oggi, diciamo, scappato”.
Per una coppia di genitori che ha perso tre figli e un nipotino, appare come una fuga il ritorno in Albania di Orjol Lame, l’unico superstite del terribile incidente stradale accaduto sulla via Emilia il 30 ottobre scorso, quando la Fiat Stilo che stava conducendo si è schiantata a folle volecità contro una casa disabitata.
Indagato per omicidio stradale plurimo, aggravato dal fatto di essersi messo alla guida sotto l’effetto di alcol e droga, il 32enne è stato lasciato a piede libero. Il tribunale, ritenendo che non vi sia il pericolo di fuga, ha respinto le richieste di domiciliari, oppure di divieto di espatrio, presentate dalla procura nei suoi confronti. Il timore dei famigliari delle vittime è che l’indagato possa sottrarsi al processo. Qualora non si presentasse, il procedimento si svolgerebbe comunque in sua assenza. “L’Albania è un paese della Comunità Europea. Le notifiche si riuscirebbero a fare, il mandato di esecuzione per la condanna anche”.
E’ fissata in giugno l’udienza che dovrà esaminare l’elaborato del perito chiamato a valutare le condizioni psico fisiche di Orjol Lame. Proprio le pesanti ripercussioni sulla sua salute, legate all’incidente, hanno motivato il !no! dei giudici a limitazioni della libertà personale. L’indagato, secondo il tribunale del riesame, sta già scontando una pena naturale inflittagli dalla sua stessa condotta illecita. L’uomo, infatti, dopo essere uscito da due mesi di coma e avere completato un primo ciclo riabilitativo in ospedale, per muoversi ora necessità di una carrozzina. E sono limitate anche le sue capacità comunicative visto che fatica a parlare. L’auspicio di Ardian e Anjeza Hyseni, genitori di Shane, Rejana e Resat e nonni del piccolo Mattias, resta quello di un avvio di processo il prima possibile..
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