REGGIO EMILIA – Dalle cure al Core per un linfoma, al lavoro all’aeroporto di Nashville, capitale del Tennessee, negli States: è la storia di una reggiana di 27 anni, Virginia Moratti.
“Non torno in Italia da due anni – ha detto a Tg Reggio – mi mancano i nonni, la mamma e il papà, gli amici e le cose più banali come la pizza”. La vita di Virginia, adesso, è in America. Il suo mestiere è flight dispatcher, ovvero una pilota da terra dell’aeroporto della capitale: “Mi occupo del trasporto aereo di medici e di organi per farli arrivare dal donatore all’ospedale dove ci sarà il trapianto”.
L’obiettivo era quello di diventare una vera e propria pilota, ma il sogno si è infranto contro la diagnosi di un linfoma. Aveva 19 anni ed era l’anno della maturità. Ironia della sorte, solo sei mesi prima, alla sua mamma era stata diagnosticata la stessa malattia. Virginia è entrata in un percorso sperimentale che prevedeva l’uso di un farmaco, oggi regolarmente in commercio: “All’inizio – ha raccontato – quando mi è stata proposta questa cura, mi sono sentita subito fortunata perché ho capito che non è una opportunità che possono avere tutti. Mi ha colpito di poter aiutare la ricerca scientifica e di poter aiutare in futuro altri pazienti”.
Il legame con l’equipe dell’Ematologia del dottor Francesco Merli, che ha curato lei e la mamma, non si è mai spezzato. “E’ un legame indissolubile, anche anni dopo quando poi mi sono sposata con un americano che ho trascinato in Italia. Per il matrimonio sono venuti tutti…”. Quando, alcuni mesi dopo, la malattia è scomparsa, Virginia è volata in America dove si è laureata in aviazione: “Volevo conciliare la mia passione per gli aerei e l’aviazione e cercare di sentirmi importante e poter dare anche qualcosa indietro. Anche se in minima parte, mi sento di poter aiutare tante persone a riavere una nuova vita”.
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