REGGIO EMILIA – Nel 1881 venne in visita al San Lazzaro Jean Martin Charcot, illustre neurologo nell’ospedale della Salpetrière di Parigi, dove conduceva studi sull’isteria e usava l’ipnosi come cura. A lui fu dedicato un padiglione a due piani costruito nel 1892, utilizzato come infermeria uomini.
Charcot era un vero e proprio luminare della psichiatria dell’Ottocento, teneva lezioni frequentate da allievi come Freud, che diventavano una sorta di spettacolo. Sulle orme di Charcot anche al San Lazzaro si fece ricorso alle pratiche di ipnosi. Furono tentate, senza grandi risultati, su Virginia G., una povera ragazza che viveva di cucito, assalita periodicamente da convulsioni, o su altre donne che soffrivano di attacchi isterici. L’isteria era considerata malattia prevalentemente femminile.
La sezione Charcot fu ampliata con l’aggiunta di due ali fra il 1932 e il 1934 per rispondere all’aumento del numero dei pazienti del San Lazzaro. Cambiò l’intitolazione, riservata al neurologo Ottorino Rossi, morto nel 1936, docente universitario e rettore dell’Università di Pavia, oltre che deputato del Regno d’Italia.
Villa Rossi subì forti danni durante la seconda guerra mondiale per i bombardamenti. Fu restaurata nel 1945 e adibita a malati non agitati e pensionati. Nel 1963 i pazienti che ospitava vennero trasferiti e diventò sede del primo esperimento di reparto aperto al S. Lazzaro, con la creazione di due sezioni, per gli uomini e per le donne. Alla chiusura dell’ospedale psichiatrico il padiglione fu sottoposto a un ulteriore restauro per diventare, fra il 1988 e il 2011, la sede dell’istituto professionale Galvani-Sidoli. Oggi è residenza del Centro regionale di didattica multimediale per la promozione della salute.
Gian Piero Del Monte
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