GUASTALLA (Reggio Emilia) – L’Italia vanta un primato non invidiabile: fu il primo Paese a utilizzare aeroplani come strumento di guerra, nello specifico in Libia negli anni 1911-12, nel conflitto contro la Turchia.
E ad esso si abbina la sventura del primo aviatore caduto in una missione bellica. Quel primo militare precipitato in volo fu un reggiano, il sottotenente Piero Manzini, di Guastalla, che si inabissò in mare col suo monoposto, annegando di fronte al porto di Tripoli.
Piero Manzini aveva intrapreso la carriera militare nel reggimento di cavalleria Lancieri di Mantova. Aveva conseguito un brevetto di volo in Francia e poi da militare aveva seguito un corso ad Aviano, affascinato da quelle macchine alate introdotte da poco nell’esercito.
L’aviazione militare, ancora agli esordi, era inquadrata nella cavalleria prima di diventare Regia Aeronautica nel 1923. La storia di Piero Manzini è raccontata da Amos Conti e Alfio Moratti in un volume sui soldati reggiani in Libia, edito da Istoreco.
La mattina del 25 agosto 1912 il sottotenente Manzini salì a bordo del suo aereo, un Blériot di fabbricazione francese, decollando da Tripoli per una missione di esplorazione fotografica sugli accampamenti nemici nel deserto. Poco dopo il decollo l’aereo fu visto ondeggiare a causa di una turbolenza atmosferica e finire in mare trascinando con sé lo sfortunato pilota.
Il corpo fu recuperato e sepolto nel sacrario militare di Tripoli con solenni funerali. Alla memoria di Piero Manzini nel 1914 fu concessa una medaglia d’argento al valor militare, consegnata al padre in una cerimonia ufficiale nella caserma Cialdini di Reggio.
Gian Piero Del Monte
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