BRESCELLO (Reggio Emilia) – Durante la festa di san Genesio che si celebra tradizionalmente in questi ultimi giorni d’agosto, 32 anni fa arrivò a Brescello il carro armato che tuttora rappresenta una delle maggiori attrazioni del museo di Peppone e don Camillo. Racconta Gabriele Mingori, uno di coloro che hanno restaurato il mezzo meccanico che in realtà non è quello originale del film: “Qua in piazza ci voleva un carro armato per ricordare una scena del film, con Peppone che lo guidava e don Camillo che faceva partire un colpo. Questo che è qui adesso, all’epoca era a Nettuno, e lo usavano da bersaglio per gli aerei, perciò era tutto bruciato, non c’erano più i cingoli, le ruote, solo la carcassa. I ricambi li abbiamo trovati a Curtatone, in provincia di Mantova, dove le Officine Marconi per pochi soldi ci hanno venduto tutti i ricambi. Ma abbiamo fatto tutto noi, lo abbiamo sabbiato, pulito, gli abbiamo messo anche un motore che gli permette di muoversi lentamente, e arrivare fino in piazza quando c’è da fare un po’ di pubblicità”.
Ma come ha fatto il carro armato ad arrivare a Brescello da Nettuno? “Con un trasporto eccezionale – prosegue Mingori – che ci era costato 5 milioni, invece l’esercito ci vendette il carro armato per 2 milioni, in pratica il valore del ferro. Gli altri restauratori erano Romando Bondavalli che ci ha fornito tutte le lamiere per rifare alcune parti mancanti, Giordano Reggiani, Paris Ferdinando e Guido Artoni detto Il socialista. E da 32 anni sono uno di quelli che ci tiene dietro”.
Claudio Valeriani
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