REGGIO EMILIA – Le misure adottate dall’Ausl di Reggio per abbattere le liste d’attesa riaccendono i riflettori sul ruolo del privato convenzionato nel nostro sistema sanitario. Le strutture convenzionate con l’azienda sanitaria reggiana sono 18. Dieci sono in provincia di Reggio, tre in provincia di Modena (Hesperia Hospital, Poliambulatorio Città di Carpi e Terme della Salvarola), altrettante a Parma (Maria Luigia, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati e Hospital Val Parma), una a Bologna (il centro iperbarico di Granarolo) e una a Piacenza (Lifebrain).
Tutte forniscono attività specialistica ambulatoriale, solo due – Villa Verde e Salus Hospital – prestazioni di degenza ospedaliera. Cristina Marchesi, direttore generale dell’Ausl, ha indicato nel 15% del totale il peso del privato convenzionato sul totale della sanità reggiana. E’ un privato che, diversamente da altre esperienze territoriali, non fa concorrenza con il pubblico, ma collabora con esso, tanto da poter essere considerato un pezzo della sanità pubblica. I due soggetti più importanti di questa rete sono appunto Villa Verde e Salus Hospital.
La casa di cura di via Lelio Basso è legata all’Ausl da un contratto annuale di fornitura da quasi 9 milioni di euro e da un accordo integrativo da 6,5 milioni. Assai rilevanti anche i numeri di Salus. L’accordo annuale per il 2023 fissava un corrispettivo di 12 milioni di euro, suddivisi tra chirurgia ortopedica, generale e oculistica, più le prestazioni di alta specialità. A questi bisogna aggiungere i quasi 2,5 milioni dell’accordo integrativo, che comprendono tra le altre cose 4.400 prestazioni cardiologiche, 4.600 ecografie, 5mila visite ortopediche, 8mila radiologie e così via.
Tra le altre strutture, spiccano per budget derivante dalle convenzioni con l’Ausl le realtà che fanno capo a Bianalisi, come il Medical Center, con più di 2 milioni, il Centro Lazzaro Spallanzani con 639mila euro e il Ctr con quasi 2,7 milioni di euro.
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