REGGIO EMILIA – “Ricordati che non hai le ali, indossa la cintura di sicurezza”. Manifesti come questo, che proviene dall’archivio storico della Piaggio, costituiscono sicuramente un forma d’arte. La grafica è accattivante, nonostante il messaggio sia molto serio. La sicurezza sul lavoro lascia le fabbriche ed entra al museo con la mostra “Lavoro? Sicuro! Prevenzione, comunicazione, protesta nel 900” appena inaugurata allo Spazio Gerra di Reggio. “La mostra è curata da Fondazione ISEC (Istituto per la storia dell’età contemporanea Milano) che ha svolto una ricerca negli archivi di imprese, di istituzioni pubbliche, musei e collezioni private”, spiega Stefania Carretti di Spazio Gerra.
I documenti, le fotografie, i manifesti e le immagini in mostra documentano la presa di coscienza sempre maggiore del problema degli infortuni. Ci parlano dell’evoluzione della comunicazione antinfortunistica, sollecitata dal radicalizzarsi del conflitto operaio nel corso degli anni Sessanta. Particolare rilievo assume il lavoro di un artista come Eugenio Carmi a Genova e il suo rapporto con Italsider. Una sezione fotografica è dedicata agli scatti di Uliano Lucas e Toni Nicolini, due fotoreporter milanesi che tra gli anni ’60 e gli anni ’80 hanno ritratto le condizioni di lavoro nelle grandi fabbriche. La mostra è arricchita poi da un segmento locale con documenti originali, immagini e materiali provenienti dagli archivi della CGIL di Reggio e dall’Archivio Storico Officine Reggiane.
“Il tema della sicurezza sul lavoro delle svincolarsi dalla cronaca nera e dagli infortuni”, le parole del segretario della Camera del Lavoro Cristian Sesena.
“La mostra è l’inizio di un percorso che il Comune di Reggio vuole intraprendere sul tema della sicurezza in generale”, sottolinea l’assessore alla cultura del Comune, Marco Mietto.
La mostra è visitabile fino al 23 marzo venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.