REGGIO EMILIA – Per la prima volta dopo 50 anni di storia Cirfood, il colosso cooperativo della ristorazione, chiuderà il bilancio in perdita. Se le previsioni sul 2021 parlano comunque di una ripresa, la situazione per chi opera in questo tipo di servizi è molto pesante. Cirfood, sede in via Nobel, lavora in 55 comuni in tutta Italia e ha avuto un fatturato nel 2019 di 686 milioni di euro. Poi è arrivata la mannaia del Covid. Scuole, ospedali, case di riposo, aziende, tutti comparti nei quali è stato registrato un blocco pressoché totale delle attività.
Nel reggiano Cirfood serve 100 strutture e occupa 1150 persone sui 13mila dipendenti totali, al 90% sono donne. Mettere in sicurezza il personale e garantire i servizi essenziali sono stati i primi obiettivi. “Abbiamo rimodulato i servizi e studiato nuove soluzioni per i nuovi consumatori”, spiega Daniela Fabbi, direttrice Comunicazione e Marketing della cooperativa.
Dai dati di fatturato 2020, rispetto al 2019 si nota che la ristorazione collettiva ha registrato un -40%, così come la ristorazione scolastica, la ristorazione sociosanitaria per degenti -25% . Ancora più pesante il calo di fatturato per bar, self service e ristoranti all’interno delle strutture sanitarie. “Abbiamo investito molto sulla formazione, anticipato gli ammortizzatori sociali a tutto il personale – sottolinea Fabbi – ma ancora non abbiamo visto un solo euro di ristoro. La ristorazione collettiva non è pervenuta”.
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