REGGIO EMILIA – Ha 97 anni, appena compiuti, ma lo spirito combattivo resta quello di sempre. Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, giovane gappista diciottenne durante la lotta di Liberazione, è stato festeggiato da ragazze e ragazzi della scuola media di Rubiera, chiamato a raccontare la sua scelta di vita in un incontro al teatro Herberia.
Dopo aver fatto questa scelta, ha mai avuto dei ripensamenti? “Quello che ho fatto – afferma Mazzi – l’ho fatto in piena coscienza, perché lo volevo fare. Non ho mai avuto dei ripensamenti”.
Eppure Giglio ha rischiato di morire. Nel corso di un’azione di disarmo di un milite fascista in bicicletta, è stato gravemente ferito da un secondo che viaggiava in borghese per tendere una trappola. Si è salvato solo grazie alla sua presenza di spirito.
“Il primo colpo – racconta – mi ha fatto quattro buchi nella schiena, per fortuna è passato sopra le scapole. Io sono stramazzato. Mi è venuto sopra, ha continuato a sparare. Un colpo è entrato qui ed è uscito dalla schiena. Io con la pistola che avevo ancora in mano ho sparato e gli ho messo quattro colpi addosso”.
Tante le domande arrivate dai ragazzi: “A scuola cosa le insegnavano? Lei da giovane era già antifascista? Qual è l’evento che l’ha segnata di più durante la sua vita?”.
Giglio Mazzi è stato protagonista in quella che è diventata una vera e propria lezione di storia sui valori fondanti della nostra Repubblica. Alla fine in tanti sul palco per offrirgli un mazzo di fiori e stringersi attorno a lui, a dimostrazione dell’affetto che si è conquistato.
Gian Piero Del Monte
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