REGGIO EMILIA – Ad oggi l’Ausl ha recuperato l’85% delle prestazioni che erano state sospese nelle fasi più critiche della pandemia. Alcune specialistiche continuano ad avere liste di attese ancora lunghe, come si è detto nell’ultima puntata de Il medico e il cittadino.
Urologia e ginecologia, almeno per le patologie benigne: doversi sottoporre a un intervento chirurgico in questi ambiti significa dover aspettare per mesi, perché i pazienti sono tanti e la lista d’attesa è lunga. Altro settore critico è quello dell’otorino-laringoiatria. L’Ausl in questo caso ha messo in campo le equipe itineranti: gli specialisti si spostano negli ospedali della provincia per svolgere gli interventi. Spiega Francesco Vercilli, direttore della Gestione operativa dell’Ausl: “A Montecchio fanno le laringoscopie, a Guastalla e Scandiano. Al Santa Maria Nuova restano gli interventi più complessi”.
Poi il coinvolgimento delle strutture private, a cui vengono inviati i pazienti: Villa Verde per l’ortopedia e Salus Hospital per la chirurgia vascolare. In questo caso, i professionisti che operano sono quelli dell’Ausl. In altri settori, invece, la prestazione è erogata direttamente dalla struttura. “Abbiamo portato una quota di ernie discali su Salus – prosegue Vercilli – siamo andati anche su Hesperia Hospital proprio perché l’urologia è una criticità. L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia benigna, ma crea sofferenza e disagio agli utenti. Grazie al contributo del privato abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati”.
I tempi di attesa per le prestazione oncologiche sono rientrati al di sotto dei 30 giorni. A oggi, il numero di interventi eseguiti è l’85% di quelli effettuati nel 2019, anno pre-pandemico. Restano un migliaio di prestazioni delle 7.500 che erano state sospese a causa del Covid. Conclude Vercilli: “Alla fine dell’anno abbiamo recuperato oltre 6mila prestazioni, raggiungendo l’83-84%. A gennaio siamo oltre l’85%. Ci auguriamo di smaltire la coda di interventi che è rimasta”.
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