REGGIO EMILIA – “La nostra Regione ha sempre fatto storicamente da apripista quando si è trattato di innovare, di fare scelte verso il futuro, anche nell’ambito della sanità. Nemmeno stavolta faremo eccezione, guidati dalla volontà di mantenere la sanità pubblica ai livelli di eccellenza che da sempre la caratterizzano in Emilia-Romagna”. Quasi trecento persone, attente e partecipi, hanno ascoltato le parole dell’Assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, e dei relatori, ieri, mercoledì 13 settembre, al Buco Magico di Reggio Emilia, per l’incontro sul futuro della sanità. E firmato per il Progetto di Legge della Giunta Regionale in difesa della Sanità Pubblica.
Tante in platea le divise colorate dei volontari, ma anche nutrita la presenza di dirigenti, funzionari pubblici, sindaci della provincia e molti, moltissimi cittadini, spinti dalla voglia di capire meglio cosa succederà al sistema sanitario, a Reggio Emilia e in Regione, in particolare, con la nuova organizzazione dei servizi di Emergenza-Urgenza dell’Emilia-Romagna.
A discuterne con il pubblico c’erano la Consigliera regionale Stefania Bondavalli, che ha organizzato e coordinato l’evento, l’Assessore Raffaele Donini, il Presidente dell’Associazione Pubbliche Assistenze – ANPAS Emilia-Romagna, Iacopo Fiorentini, e il Presidente della CRI – Croce Rossa Emilia-Romagna, Antonio Scavuzzo.
“Fa molto piacere vedere tante persone partecipare ad un’iniziativa come questa – così ha aperto la serata la consigliera Bondavalli – che tratta un argomento che riguarda un diritto fondamentale del vivere, ovvero la tutela della salute di ogni persona. Il nostro impegno, in Regione, è di chiedere al Governo di aumentare gli investimenti sulla sanità, portandoli almeno al 7,5% del PIL, soglia ritenuta unanimemente necessaria per rispondere ai bisogni dei cittadini. Il mio ringraziamento va, in particolare, al mondo del volontariato, il cui contributo è importante per qualificare ulteriormente il sistema di cura”.
“In momenti come questi – ha dichiarato l’assessore Donini – occorre gestire le poche risorse disponibili in maniera estremamente oculata. Come Regione abbiamo investito, dal nostro bilancio, circa 1 miliardo di euro negli ultimi anni, per rispondere con appropriatezza alle esigenze dei cittadini. Al Governo, le Regioni hanno comunicato che per il Sistema sanitario nazionale serve un investimento pari ad almeno 4 miliardi di euro. Nel frattempo, occorre ragionare su una riorganizzazione delle risorse, specie nell’ambito dell’emergenza-urgenza, per garantire un servizio che rispetti gli standard mantenuti fino ad oggi. Rivedere la metodologia della selezione delle chiamate di emergenza, gestire meglio lo smistamento delle richieste, occupare in maniera più razionale e sinergica le risorse umane: la riforma del sistema si basa su questi cardini, in modo da mettere a sistema medici, operatori e volontari per farli rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini”.
“Il confronto costante, a livello regionale, nei tavoli di lavoro, ci fa ben sperare rispetto alla completa riuscita di quello che è il percorso previsto – ha affermato Iacopo Fiorentini – anche se questa riforma dovrà essere valutata con grande attenzione giorno per giorno, e magari rivista in alcune parti, dal momento che è stata giocoforza pensata in un tempo molto breve, anche per rispondere alla carenza di fondi.”
“La riforma funziona nel momento in cui viene condivisa con gli operatori e quindi anche con il mondo del volontariato – conferma Antonio Scavuzzo -. Positivo, dunque, proseguire il percorso di ascolto e raffronto tra concittadini, sindaci, Regione e associazionismo, come volano fondamentale per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza alla persona sempre all’avanguardia”.