REGGIO EMILIA – Percorso completo per lo scrittore reggiano Pier Francesco Grasselli. E’ uscito anche il terzo Libro – diviso in due tomi come il Libro primo – dell’opera illustrata “La Ricerca di Sé stessi”. Il tema principale affrontato e il life-change.
Il primo tomo, ambientato a Roma, descrive il radicale cambiamento di vita del protagonista, che dopo la fase della mondanità e dell’estroversione attraversa una fase di isolamento e introversione, al punto di divenire una sorta di strambo eremita metropolitano. Il secondo tomo è ambientato lungo il famoso Cammino di Santiago, il percorso di ottocento chilometri che da secoli pellegrini di tutto il mondo compiono alla volta di Santiago de Compostela, la città in cui riposano le reliquie dell’apostolo Giacomo. Nel corso di questa avventura, il protagonista de “La Ricerca di Sé stessi” avrà modo di fare incontri interessanti e illuminanti, di imparare molto su sé stesso e sugli altri. Come nei volumi precedenti, anche in questo l’autore alterna parti di narrativa autobiografica a parti di saggistica esoterica «pop», arricchite dalle ironiche illustrazioni di Riccardo Passoli.
L’autore
Scrittore, poeta e studioso di esoterismo, Pier Francesco Grasselli è l’autore della scandalosa trilogia «maledetta» composta dai romanzi “L’ultimo Cuba Libre” (Mursia, 2006), “All’inferno ci vado in Porsche” (Mursia, 2007) e “Vivere da morire” (Mursia 2010), dei romanzi “Ho scaricato Miss Italia”(Mursia, 2008), “Fanculo amore” (Mursia 2009), “Tromba Daria” (Amazon, 2019) e “Le nuove avventure di Sinbad il marinaio” (Amazon 2020), della raccolta di poesie “Sempre meglio che lavorare – Donne, solitudini e cocktail (Poesie 1998-2018)” (thedotcompany editore, 2018), dell’opera illustrata, in cinque volumi, “La Ricerca di Sé stessi” e della raccolta di racconti “Uno scrittore all’inferno” (Amazon, 2019). Segnalate dalla critica come «Romanzi cattivi» (Panorama) e «Ritratto di una generazione» (Libero), le sue prime opere si sono imposte per l’originalità dello stile narrativo e la durezza delle vicende che raccontano.
L’accento nel titolo (nota grammaticale)
Siccome di tanto in tanto sorgono polemiche sull’accentazione di “Sé stessi” nel titolo e all’interno del romanzo, aggiungo una piccola nota.
Io preferisco mettere l’accento, seguendo in questo Serianni e il suo ragionamento: “perché una parola dovrebbe perdere l’accento solo perché è seguita da un’altra parola?”; inoltre “se stesso”, al singolare, non si può confondere con la forma verbale, “se stessi” invece sì)
Nei fatti si può scrivere in tutti e due i modi, ma la Treccani (ultime righe del link sotto) e l ‘Accademia della Crusca dicono che è più corretto lasciare l’accento.
qui: http://www.treccani.it/enciclopedia/se-o-se_(La-grammatica-italiana)/