BRESCELLO (Reggio Emilia) – Due capannoni che, nell’ambito dell’inchiesta Aemilia erano stati sequestrati e confiscati alla ‘ndrangheta, sono stati assegnati temporaneamente al Comune.
Uno si trova in strada Breda Vignazzi, l’altro è collocato invece in via della Cisa. Uno era di proprietà della società Bg immobiliare con sede a Reggio Emilia e riconducibile ad Alfonso Diletto, l’altro era nella disponibilità della famiglia Grande Aracri.
L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata li ha assegnati in via temporanea al Comune di Brescello, che li ha destinati alla Protezione civile. Valore delle strutture superiore ai 700mila euro.
Il passaggio è frutto di un accordo tra la stessa Agenzia nazionale, l’amministratore giudiziario di parte dei beni sequestrati alla ‘ndragneta emiliana, ossia l’avvocato palermitano Rosario Di Legami, e il Comune di Brescello. Il tutto è regolato da un decreto di assegnazione temporanea. “Si tratta di un primo passo per la valorizzazione del patrimonio sequestrato alla criminalità organizzata nel Reggiano”, ha commentato Di Legami che proprio nei giorni scorsi a Tg Reggio aveva lanciato l’allarme relativo ai tempi troppo lunghi per l’assegnazione allo Stato di un bene confiscato alle mafie con il rischio che questo si svaluti.
In Emilia Romagna i beni complessivi sequestrati o confiscati sono oltre 720 su un patrimonio che a livello nazionale sfiora le 20mila unità. In provincia di Reggio Emilia la quota di beni confiscati supera le 140 unità in quanto a immobili, mentre è di oltre 50 fra negozi e società.
Leggi e guarda anche
Reggio Emilia processo Aemilia Brescello Alfonso Diletto cosca Grande Aracri Rosario Di Legàmi capannoni 'ndranghetaIl gestore dei beni di Aemilia: “Tempi lunghi, rischio svalutazione”. VIDEO