REGGIO EMILIA – Una riflessione sulla proposta dell’ex prefetto di Reggio Antonella De Miro, la volontà di lanciare ancora una volta un messaggio anche simbolico di contrasto alla criminalità organizzata, la preoccupazione che qualunque scelta maturi non sia letta o vissuta come un gesto ostile dai reggiani di origine calabrese.
Il sindaco Marco Massari e i componenti del Comitato Tecnico Scientifico della Consulta per la Legalità hanno convenuto un percorso che tiene conto delle considerazioni espresse dall’ex prefetto De Miro su viale Città di Cutro. Nelle prossime settimane, il sindaco farà la sua proposta alla Giunta e alla commissione Toponomastica del Comune. Sarà, come si legge nel comunicato congiunto, “una soluzione integrativa dell’attuale denominazione”.
La proposta della De Miro di cambiare il nome della strada è stata sostenuta con interventi pubblici da figure autorevoli, tra le quali il giudice Francesco Maria Caruso e il sociologo Nando Dalla Chiesa. Altri, come lo studioso Enzo Ciconte, storico della ‘ndrangheta, l’hanno criticata, evidenziando il rischio di associare un intero paese alla criminalità organizzata.
In questo dibattito, l’amministrazione ha mostrato considerazione per le parole della De Miro, ma non vuole accreditare la falsa idea che l’intitolazione della strada, nel 2009, sia stata un atto di sudditanza alle cosche. Nè tantomeno vuole fare scelte che suonino come una criminalizzazione di migliaia di cutresi perbene.
Siccome le vie della toponomastica sono infinite, l’idea non è quella di cancellare il nome della strada, che resterà, ma di aggiugere un nuovo nome alla rotonda e al tratto di collegamento con la tangenziale.
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