REGGIO EMILIA – Si è parlato di evasione fiscale e dei possibili correttivi per rendere più equo il sistema di tassazione nell’ultima puntata di Decoder. Ospite la professoressa Maria Cecilia Fregni, docente di Diritto tributario all’università di Modena e Reggio: “Il nostro è un territorio ricco, siamo ancora parte del motore italiano”.
Secondo la relazione annuale appena resa pubblica dal ministero dell’Economia, le dichiarazioni dei redditi 2021 sull’anno d’imposta 2020 hanno segnato una netta flessione delle entrate fiscali. Nella nostra provincia il gettito Irpef è sceso da 1,857 miliardi a 1,735. L’evasione fiscale, pari nel 2021 a 99 miliardi di euro, rappresenta per il Paese intero ancora una spada di Damocle. “A livello europeo, l’Italia è sempre stata tra i Paesi dove si evade maggiormente – ha aggiunto la Fregni – Siamo al quinto posto dopo Lituania, Grecia, Romania….. Molti pensano che l’evasione sia una forma di protesta contro un fisco troppo oppressivo, in realtà da noi manca una ‘coscienza fiscale’. La pressione fiscale è pari ad altri Paesi come Francia e Germania, più bassa che nei Paesi del Nord Europa, dove si evade di meno. Se riuscissimo a recuperare quella quota di evasione, sarebbe anche più bassa”.
Secondo la professoressa, ha aspetti positivi e altri meno l’introduzione della cosiddetta “Flat Tax”, un’aliquota unica al 15% per i redditi autonomi fino a 85 mila euro. “Positiva per i singoli, ma complica le cose e crea sperequazioni”. In particolare, creerebbe una netta differenza tra lavoratori autonomi e dipendenti. Una forbice che si verifica anche per quanto riguarda l’evasione fiscale: “C’è chi non può non pagare le tasse”, ha ricordato Fregni.
L’introduzione della tassa sui grandi patrimoni, invece, “non è un’idea peregrina, ma bisogna capire in che misura perché rischia di ricadere sul ceto medio”.
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