REGGIO EMILIA – ‘D’accordo per quarant’anni poi adesso non mi copre più…perché io non la copro più’. Sono queste le parole pronunciate da Paolo Bellini il 26 giugno, appena tre giorni prima dell’arresto, l’ultimo in ordine di tempo. Una frase frutto di un’intercettazione ambientale mentre é in auto e riferita all’ex moglie Maurizia Bonini. Bellini, condannato all’ergastolo in primo grado per la strage di Bologna, è stato arrestato il 29 giugno su ordinanza di custodia in carcere della Corte di Assise di Appello bolognese, per il rischio che potesse commettere altri reati, soprattutto contro l’ex moglie, testimone chiave nel processo sul 2 agosto 1980. Una frase considerata una confessione indiretta.
Ora un’altra intercettazione riaccende l’attenzione sull’ex primula nera dalle mille vite e pare dalle inesauribili risorse nonostante l’età e la malattia: ‘Mi devi aiutare a uscire… devo scappare… da qui dentro e io te ne sarò grato per tutta la vita‘. Sta parlando con il figlio della seconda moglie. Gli avvocati Antonio Capitella e Manfredo Fiormonti, difensori di Bellini hanno presentato al Tribunale della Libertà di Bologna ricorso contro la custodia in carcere con la proposta della detenzione domiciliare. In quest’ottica viene dato un peso particolare a quella frase. Per la Corte di Assise di Appello rappresenta solo uno sfogo e nulla di più, per il Procuratore generale reggente Lucia Musti e il sostituto Nicola Proto, invece non va sottovalutata: l’Ucraina è il paese d’origine della seconda moglie, dalla quale è complicata l’estradizione in Italia anche a causa della guerra. Bellini potrebbe quindi raggiungere quella che diventerebbe una sorta di zona franca. Risoluta la posizione dei difensori dell’ex primula nera che hanno ricordato come da 24 anni non commette reati e non è mai scappato: “Non è più la persona di prima – hanno spiegato -, difficile pensare che vada a morire in Ucraina”. I giudici si sono riservati la decisione.
La Procura Generale: “Paolo Bellini potrebbe fuggire in Ucraina”. VIDEO
11 luglio 2023I magistrati chiedono al Tribunale della Libertà di negare all’ex primula nera la scarcerazione. Il criminale reggiano, condannato per la strage di Bologna, era finito in carcere lo scorso 29 giugno dopo inquietanti parole emerse da intercettazioni ambientali