REGGIO EMILIA – Tra vent’anni in Italia ci saranno 19 milioni di anziani, oggi sono 13 milioni. Una popolazione destinata ad avere un’aspettativa di vita molto lunga, ma per contro a non avere ricambio generazionale se non si invertono politiche e scelte. Siamo in quello che i tecnici definiscono “inverno demografico” con una natalità a zero. Un tendenza nazionale e anche locale, come ha illustrato il prof. Gianluigi Bovini nella sua relazione in apertura del convegno “Occupazione femminile, denatalità, invecchiamento e prospettive di futuro”. Un evento organizzato dal Coordinamento Coage assieme alle componenti di genere delle principali associazioni di categoria e svolto nella sala cinquecentesca del Banca Popolare di Milano in via Roma a Reggio.
“A Reggio Emilia in particolare, per capacità di attrazione, abbiamo un saldo migratorio fortemente attivo e questo permette alla popolazione di aumentare, mentre nel resto d’Italia sta calando – ha detto Gianluigi Bovini, demografo e statistico – Dobbiamo immaginare un futuro che tra pochi anni si avvicinerà a un terzo della popolazione, e dovremo avere delle politiche di contrasto alla denatalità e di adattamento. Vivere a lungo è una cosa bellissimo, ma richiede adeguamenti dei servizi sanitari, assistenziali e della città nel suo complesso”.
La riflessione ha poi toccato il tema dell’occupazione femminile, a Reggio lavora il 63% delle donne a fronte di un 77% degli uomini, e della conciliazione famiglia-lavoro ancora problematica perché, come è emerso dagli interventi, ad esempio il tempo pieno scolastico per i figli non è ancora diffuso come dovrebbe. I tempi stessi della scuola che inizia a settembre e finisce a giugno non tiene conto di come è strutturato il mercato del lavoro con tre mesi di pausa mentre i genitori continuano a lavorare e la rete famigliare non sempre consente di poter contare sui nonni. Ripensare dunque misure e politiche non solo economiche ma di organizzazione della società che consideri come priorità le necessità dei genitori e la proposta di realizzare gli asili aziendali nelle realtà a forte predominanza femminile.
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