REGGIO EMILIA – Il Consiglio Superiore della Magistratura, nella seduta del 17 aprile scorso, ha nominato Giuseppe Amato, fino ad oggi Procuratore capo e numero uno della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, alla carica di Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma. Amato ha battuto la concorrenza di altri 5 candidati. Il suo nome era già stato proposto all’unanimità per la nomina dalla Commissione del Csm per il conferimento degli incarichi direttivi.
La lettura del verbale della seduta del plenum che ha discusso e deciso la nomina è interessante. Dopo aver passato in rassegna la passata attività del magistrato a Pinerolo, a Roma e a Trento, il Csm aggiunge: “L’impegno profuso presso la Dda di Bologna è stato parimenti intenso, anche alla luce della necessità del coordinamento con altre Procure. Numerosi sono stati i procedimenti trattati in tale arco temporale e tra questi si segnala il processo Aemilia, relativo al fenomeno di infiltrazione della ‘ndrangheta nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza con 250 imputati; il processo Aemilia bis; il processo Aemilia 92; il processo Grimilde”.
Questo passaggio non è scontato come potrebbe apparire e non è privo di implicazioni. Il fatto che sotto la guida di Amato la Dda di Bologna abbia istruito i processi Aemilia e Grimilde viene considerato dal plenum del Csm un titolo di merito, non un aspetto controverso dell’attività del magistrato o addirittura una macchia sulla sua reputazione. E’ una visione diametralmente opposta a quella proposta in questi anni da alcune forze politiche della destra e dall’Ordine degli Avvocati di Reggio, che sostengono che la Dda non ha voluto indagare sugli esponenti della sinistra e non ha fatto verifiche sulle segnalazioni relative ad amministratori locali.
La lettura del verbale della seduta offre un altro grande elemento di interesse. Il 5 maggio dell’anno scorso, rispondendo a un’interpellanza urgente del deputato reggiano Gianluca Vinci, il sottosegretario Claudio Durigon aveva annunciato che il Ministero della Giustizia aveva aperto un’attività conoscitiva e ispettiva per accertare se, nella conduzione dell’indagine Aemilia, i magistrati della Dda di Bologna avessero in buona sostanza insabbiato prove per salvare esponenti della sinistra.
A un anno di distanza, dei risultati dell’ispezione non si è saputo più nulla. Ma è significativo che la proposta di nomina di Amato a Procuratore generale della Corte d’Appello di Roma abbia avuto, il 9 aprile scorso, il via libera del ministro della Giustizia Carlo Nordio, come risulta da questa lettera al Csm.
Leggi e guarda anche
Reggio Emilia Parma Modena Bologna Roma antimafia indagini giustizia Csm Giuseppe Amato Claudio Durigon ministro NordioAmato lascia Bologna e l’Antimafia: sarà procuratore generale di Roma. VIDEO