BRESCELLO (Reggio Emilia) – Una settimana fa la messa in onda in prima serata su Raidue del documentario “Aemilia 220, la Mafia sulle rive del Po”, ha riportato sotto i riflettori nazionali il tema della criminalità organizzata nel nostro territorio. Una visibilità a cui rivolge un plauso, ai microfoni di Tg Reggio, il Prefetto Maria Rita Cocciufa che sottolinea l’importanza dei riflettori mediatici su un fenomeno tutt’altro che da archiviare.
“Dobbiamo evitare di pensare che questo documentario abbia riportato solo dei fatti storici legati solo a un momento storico importantissimo e anche dirompente di questa provincia. Bisogna pensare che quello è una sorta di antefatto, dopodiché ci sono stati i processi e altre indagini di polizia particolarmente significative, che continuano soprattutto sul versante della criminalità economica“.
E’ fondamentale continuare dunque a tenere viva l’attenzione sul fronte criminalità organizzata, ribadisce la Prefetta: “Il fenomeno mafioso non è finito, non è debellato, qui come altrove. Ha cambiato pelle, ha cambiato faccia e non spara più, non non ci sono fenomeni violenti e intimidazione, perlomeno non risultano, però ci sono forme molto più più subdole che inquinano il tessuto sociale ed economico” .
Poi un riferimento allo strumento delle interdittive, che vede Reggio in prima linea a livello regionale, come attestato dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia diffusa nei giorni scorsi: “Se facciamo tante interdittive con procedimenti lunghi e complessi è perché purtroppo il materiale c’è. E’ il nostro lavoro e continueremo a farlo. Con un pizzico di orgoglio dico che finora tutti questi provvedimenti sono rimasti assolutamente intatti, anche al vaglio dell’autorità giudiziaria”.
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