REGGIO EMILIA – Parole semplici per spiegare cose difficili. Era il credo di Piero Angela e dovrebbe essere il credo di chiunque voglia fare, o sostenga di fare, informazione. Lui ci è riuscito per tutta la sua vita nei vari ruoli che ha ricoperto, dal giornalista allo scrittore, fino a diventare il padre della divulgazione scientifica: una capacità che ha trasmesso al figlio Alberto e che è la sua eredità, assieme alla mole di programmi, alcuni ancora inediti preparati per la Rai negli ultimi tempi, che per sempre ci condurranno, col suo volto e la sua voce, alla conoscenza, all’eleganza dell’esposizione, alla sobrietà non urlata della curiosità per il sapere. Piero Angela è morto a 93 anni dopo una lunga malattia e la notizia della sua morte ha generato profonda commozione negli italiani, dal presidente della Repubblica al cittadino comune, al trentenne che forse tante delle cose che sa le ha imparate da lui. Più di una volta è stato nella nostra città, che ha anche raccontato in uno dei suoi Superquark nell’agosto del 2007.
Nel ciclo dedicato allo sviluppo del bambino e della sua conoscenza non potevano non esserci gli asili di Reggio col metodo Malaguzzi, gli stessi che qualche anno prima il Newsweek aveva definito “i più belli del mondo”.
“Penso di aver fatto la mia parte. Cercate anche voi di fare la vostra per questo nostro difficile Paese” è l’ultimo pensiero lasciatoci da Piero Angela. E anche alla luce di queste parole suona impressionante l’attualità di un suo intervento sempre a Reggio, tra l’altro al Centro Malaguzzi, ospite d’onore nel febbraio 2007 di un convegno organizzato da Confartigianato per parlare, 15 anni fa, della necessità urgente di trovare fonti di energia alternative. “













