REGGIO EMILIA – In Italia ci sono 400mila giovani fra i 15 e i 24 anni che forniscono cure a un componente della famiglia che ha patologie fisiche o psichiche, una disabilità o un problema di abuso di sostanze. La loro vita viene condizionata, la loro crescita è spesso caratterizzata da un sentimento di solitudine. E’ stato il caso di Alessandra, fin da quando aveva 10 anni: “Sono cresciuta in una famiglia con un papà alcolista e una mamma triste e arrabbiata. Mio papà aveva un bisogno non fisico, ma emotivo. Stavamo al telefono moltissimo tempo, delle ore”.
Oggi Alessandra lavora come orientatrice nell’associazione Sentiero facile e sa che un’esperienza come la sua può segnare la vita di un adolescente. “Questa condizione ha un impatto sulla vita di questi ragazzi, sul benessere fisico, la salute mentale, sulla vita sociale e il rendimento scolastico, sulle scelte professionali o di vita autonoma”, ha spiegato Giulia Notari del Ceis, la coordinatrice del progetto”.
Per questo è nato il progetto Care4You, promosso dalla Fondazione Manodori in collaborazione con Unimore e realizzato da una rete di enti pubblici e privati. L’obiettivo è quello di mappare il fenomeno con un questionario da distribuire nelle scuole, ma soprattutto di individuare e formare punti di riferimento per questi ragazzi: operatori sociali, educatori, insegnanti, allenatori delle società sportive. “Le fragilità sono certamente acuite da quello che abbiamo vissuto – ha detto Romano Sassatelli, presidente della Fondazione – Ci sono alcune cose che richiedono la fisicità, la presenza, luoghi che hanno sofferto. Quindi il nostro obiettivo è quello di cercare di ricreare queste reti e sostenerle”.
I giovani che desiderano mettersi in contatto con i coordinatori del progetto possono telefonare allo 0522-451800 oppure scrivere a centrostudi@solidarieta.re.it.
Reggio Emilia Fondazione Manodori giovani in difficoltà