REGGIO EMILIA – Oltre 14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili; 18mila agenti di penitenziaria in meno, 122 carcerati deceduti dall’inizio dell’anno con 63 suicidi, tra cui 6 poliziotti. Bastano i freddi numeri a raccontare l’emergenza che si sta vivendo nelle carceri italiane. E in quelle dell’Emilia Romagna.
Per questo, una delegazione della camera penale ha consegnato ai detenuti del carcere di Reggio il “codice ristretto”, la guida ai diritti, in particolare per quanto riguarda le misure alternative, promossa dal garante regionale. Sempre con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento, il direttivo degli avvocati penalisti ha inviato una lettera aperta ai parlamentari reggiani per chiedere di votare a favore della proposta di legge Giachetti, che aumenta le possibilità di liberazione anticipata. Tra le questioni su cui riflettere, in tema di riordino del sistema carcerario, anche la possibilità di scontare la pena nelle regioni di origine.
Proposte concrete per ridurre il sovraffollamento e migliorare le condizioni di vita nei penitenziari di detenuti e agenti. Anche nel carcere di Reggio, nonostante i lavori in corso per i quali è stato ridotto il numero dei carcerati, la situazione resta complessa. “Per quanto sotto controllo, anche il carcere locale ha deficit sia per quanto riguarda il numero di agenti della penitenziaria impiegati, il reparto sanitario e gli educatori, sia per il sovrannumero di detenuti”, le parole di Luigi Scarcella, presidente della camera penale di Reggio Emilia.
Alla consegna del “codice ristretto” hanno partecipato anche il cappellano del carcere Daniele Simonazzi e l’imam Mohamed Oussaifi e con una popolazione carceraria quasi per la metà formata da stranieri, la comunità religiosa islamica può essere un punto di riferimento per molti detenuti.
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